No, la variante inglese non costituisce «un pericolo per i bambini»

Così scrive Repubblica in prima pagina ma l'Oms ha solo affermato che la variante britannica potrebbe essere «più facilmente trasmissibile da giovani e bambini»

24/12/2020 di Ilaria Roncone

La prima pagina di oggi di Repubblica titola: «Covid: dalla variante inglese un pericolo per i bambini». Sottotitolo: «L’Oms: la mutazione aumenta la diffusione tra i piccoli e i giovani. Torna a salire l’indice di contagio». Il titolo di una prima pagina deve essere d’impatto, certo, ma visto quanto affermato dall’Oms quello scelto da Repubblica oggi può risultare fuorviante. La pericolosità non è data dal fatto che colpisca maggiormente i bambini o che crei forme più severe di Covid ma dal fatto che sia «più facilmente trasmissibile da giovani e bambini».

LEGGI ANCHE >>> Cosa dice il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro parlando di vaccini

Titolo fuorviante di Repubblica sulla variante inglese pericolo per i bambini

Considerato che sono ancora in corso una serie di studi, quello che l’Oms ha affermato è che la variante risulterebbe essere più contagiosa tra i bambini e i giovani. Tra i problemi che ne nascono quello principale è la riapertura delle scuole ma il titolo di Repubblica è troppo vago e sembra alludere al fatto che la variante inglese possa essere più pericolosa per i bambini, quando è stato chiarito a più battute che non provoca una sintomatologia più severa. Nabarro – inviato speciale dell’Organizzazione mondiale della Sanità – ha parlato di «preoccupazione che se il virus davvero si replica o cresce meglio nei bambini, si abbia un effetto a catena per la diffusione del virus in tutta la popolazione del Regno Unito».

«Aumentano i bambini colpiti ma rimangono sempre più protetti»

A spiegare il pericolo di questa variante inglese per i bambini è stato Paolo Rossi, direttore del dipartimento di pediatria all’ospedale Bambino Gesù e immunologo, al Corriere della Sera. Vista la situazione «diventa ancora più importante accelerare gli studi sui vaccini anti-Covid per l’uso pediatrico» ma «almeno da informazioni disponibili e non dettagliate non esistono particolari motivi di preoccupazione». Il medico ha chiarito che si, ci sarà più circolazione tra i bambini – «sebbene si ammalino di meno rispetto agli adulti» e abbiano «un sistema immunitario capace di rispondere bene a queste infezioni in particolare al coronavirus» – ma «di nuovo i bambini restano i più protetti».

Share this article