Cosa dice il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro parlando di vaccini

Le parole di Raffaele Guariniello a Il Fatto Quotidiano hanno sollevato un polverone

24/12/2020 di Enzo Boldi

Stanno destando molte polemiche le parole pronunciate dal magistrato Raffaele Guariniello nella sua intervista rilasciata da Il Fatto Quotidiano in edicola oggi, giovedì 24 dicembre. Si parla di vaccino, tra obbligo e libertà. Dalle sue parole si evidenzia un aspetto che indica un contrasto tra ciò che viene indicato dalla Costituzione sul tema e la legge sulla sicurezza e salute sul lavoro. Perché se da una parte vige il principio della libera scelta, dall’altra il Testo Unico prevede alcune conseguenze decisionali da parte del datore di lavoro.

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In particolare, la dichiarazione di Guariniello che sta facendo maggiormente discutere è questa: «Il discorso è un po’ articolato e riguarda il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro. L’art. 279 impone al datore di lavoro di mettere a disposizione ‘vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico, da somministrare a cura del medico competente’». Ed effettivamente il Testo Unico della Sicurezza del Lavoro nella sua ultima versione (D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106), disponibile anche sul sito ufficiale dell’Ispettorato, sottolinea proprio questo aspetto che sa di contraddizione.

Guariniello e il rischio licenziamento per chi rifiuta il vaccino: cosa dice la legge

In particolare, andiamo a leggere cosa prevede l’articolo 279 citato da Guariniello.

E il punto ‘b’ del comma 2 dell’articolo 279 del Testo Unico rimanda all’articolo 42 che recita:

Il Testo Unico e le interpretazioni possibili

Leggendo questi due riferimenti citati da Raffaele Guariniello, dunque, si evidenzia come la possibilità di un rischio licenziamento (o demansionamento) per chi non si sottopone a un vaccino esista. Ma qui subentrano alcune interpretazioni che hanno a che fare con il particolare periodo storico che stiamo vivendo. Nel testo, all’articolo 279, si dice esplicitamente tra le indicazioni tra i compiti da assolvere da parte del datore di lavoro: «La messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente».

Le contraddizioni con lo status quo

Ed è qui che la questione fa a schiaffi con l’attualità perché, come prevede il piano vaccinale, sarà lo Stato a mettere a disposizione i vaccini anti-Covid e non il datore di lavoro. Insomma, uno dei due principi contemplati dall’articolo 279 citato da Guariniello nella sua intervista a Il Fatto Quotidiano sembra venir meno. Inoltre, prendendo lo status quo del piano vaccinale, non vi è alcun obbligo di dichiarare pubblicamente (tantomeno al proprio datore di lavoro) se ci si è sottoposti all’immunizzazione anti-covid.

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