Il g.a.c. del commissario Arcuri in conferenza stampa | VIDEO

Ha detto che il virus è pericoloso solo se attacca le persone. Ma guarda un po'

24/12/2020 di Enzo Boldi

Una pistola non è preoccupante, fino a che non spara. Un fiume non è pericoloso, finché non esonda. Un vulcano non impensierisce, fino al momento in cui non erutta. Nel mondo dello status quo, nulla crea pensieri o ansia fino a che non accade un qualcosa che stravolge i piani. Ed è stato così anche con il Coronavirus e la pandemia che ha stravolto la vita di tutti e ha ucciso 70mila italiani e oltre 1,7 milioni di persone nel mondo. E nello status quo sembra vivere anche il Commissario straordinario per l’emergenza designato dal governo che, in conferenza stampa per fare il punto sul piano vaccinale (che prenderà il via domenica 27 dicembre in tutta Europa) ha espresso una verità lapalissiana: Arcuri virus non preoccupante se non attacca le persone.

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Grazia, Graziella e grazie al… direbbero in molti. Eppure, durante la sua conferenza stampa trasmessa in streaming anche sui social, il commissario straordinario ha fatto questa rivelazione straordinaria: «Il virus in sé non è preoccupante, lo diventa quanto attacca il corpo di una persona». Insomma, il festival dell’ovvio. E, naturalmente, diventa ancor più pericoloso se a esser contagiate sono le persone più in là con l’età e con patologie pregresse (come qualsiasi malattia).

Arcuri virus non preoccupante se non attacca il corpo di una persona

Monsieur La Palice, a.k.a. Domenico Arcuri. E questa dichiarazione, a quasi undici mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza proprio a causa del Coronavirus ha attirato tantissime critiche. La maggior parte al grido di «Grazie al ca**o». Insomma, la verità lapalissiana pronunciata dal commissario straordinario non ha fatto altro che provocare una profonda irritazione. Perché è vero: tutti sanno che un virus è pericoloso solo se entra a contatto con un corpo. E non serviva certamente una conferenza stampa per ricordarlo. Eppure l’antivigilia di Natale ha messo sotto l’albero anche l’ovvio.

 

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