L’app per la somministrazione del vaccino Covid a cui Arcuri sta pensando

Terrebbe traccia delle vaccinazioni effettuate e monitorerebbe richiami ed eventuali reazioni avverse

08/12/2020 di Gianmichele Laino

C’è una indiscrezione che sta emergendo nelle ultime ore a proposito del piano di distribuzione delle vaccinazioni che si sta preparando nel nostro Paese per il mese di gennaio. Il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, che ha avuto mandato anche di coordinare le operazioni di distribuzione del vaccino (a partire dalla sua conservazione e al mantenimento della catena del freddo), starebbe pensando – insieme alla sua task force – di mettere in circolazione una app vaccini Covid che possa monitorare lo stato della distribuzione del farmaco in Italia.

LEGGI ANCHE > I complottisti su Margaret Keenan

App vaccini Covid, la soluzione pensata da Arcuri

In modo particolare, l’applicazione dovrebbe servire per analizzare distribuzione, somministrazione e tracciamento del vaccino anti-Covid – di qualsiasi casa farmaceutica, a partire dalle dosi Pfizer che arriveranno in Italia a partire dal prossimo mese di gennaio 2021 – e dovrebbe essere utile non soltanto per analizzare la distribuzione delle dosi tra i cittadini italiani – in modo da assicurare un accesso più equo al farmaco -, ma anche avvisare il cittadino sulla data della dose di richiamo, oltre che poter tener traccia di tutte le possibili ed eventuali reazioni avverse del vaccino stesso.

L’app potrebbe essere funzionale anche a istituire una sorta di anagrafe elettronica dei vaccinati, in modo tale da poter tenere sotto controllo la diffusione della pandemia e agire in maniera più efficace nelle aree con scarsa copertura vaccinale, almeno nelle prime fasi della distribuzione.

App vaccini Covid, i dubbi

Questa operazione – che, si ripete, al momento è solo una ipotesi su cui si sta lavorando a livello di piano vaccinale – potrebbe suscitare delle polemiche molto simili a quelle che hanno accompagnato la pubblicazione negli store online dell’app Immuni. Inoltre, cosa molto più seria che supera addirittura le polemiche nel campo della tutela della privacy, lo stato italiano – date le ultime esperienze – ha dimostrato di essere molto indietro nell’esecuzione pratica di quella che potremmo definire come burocrazia digitale.

Lo abbiamo visto sia con la questione dei rimborsi dell’INPS e della contestuale erogazione della cassa integrazione in deroga, lo abbiamo toccato con mano quando si è trattato di far partire il clickday per il bonus monopattini, lo stiamo vivendo in queste ultime ore con il sistema in crash dell’app IO della pubblica amministrazione per gestire le semplici operazioni di registrazione al piano cashback natalizio (oltre a quello, che partirà da gennaio, della lotteria degli scontrini). Ovviamente, non si può non considerare anche l’esperienza di Immuni, dove le resistenze esterne sono state ben più forti dei problemi tecnici. Una app vaccini Covid potrebbe essere una somma dei due problemi. La questione non è se l’app sia lo strumento adatto per un’operazione del genere: il tema è se lo stato sarà all’altezza di produrne una funzionante.

Share this article