Le parole sbagliate: se Conte nomina il TSO parlando di vaccinazione | VIDEO

Il Presidente del Consiglio ha citato il trattamento sanitario obbligatorio come estrema ratio

04/12/2020 di Enzo Boldi

Una parola sbagliata, pronunciata in un momento. Nella sua conferenza stampa per presentare il DPCM Natale, Giuseppe Conte ha pronunciato quel termine tabù legato a un altro concetto molto in discussione nelle ultime settimane: ha parlato di Trattamento Sanitario Obbligatorio e di vaccini. Una commistione che ha provocato la sollevazione popolare (sui social) nei suoi confronti: il TSO per vaccinazione è stato indicato come l’estrema ratio e il punto a cui non arrivare, nella speranza che l’intera popolazione (o almeno quel numero, circa 40 milioni di persone, per puntare all’immunità di gregge) si convinca a sottoporsi all’immunizzazione contro il Covid.

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«C’è un principio di autodeterminazione che riguarda anche il piano terapeutico e noi dobbiamo salvaguardarlo fino agli estremi limiti – ha detto Giuseppe Conte rispondendo a una domanda del giornalista dell’Agenzia Nova, Livio Cipriano sul tema dell’immunizzazione -. Sono per un approccio liberale, quindi se siamo nelle condizioni di gestire la curva del contagio non sarà necessario imporre un trattamento sanitario obbligatorio. Fino all’ultimo cercheremo di preservare la facoltatività della vaccinazione».

TSO per vaccinazione, e il web non perdona Giuseppe Conte

Il trattamento sanitario obbligatorio, dunque. Quel punto di non ritorno a cui – dice Conte – non si vuole arrivare. Per questo chiede buon senso agli italiani. Ma il concetto di TSO per vaccinazione non poteva che provocare altre infinita polemiche (come se non bastasse quelle in cui ci troviamo immersi ogni giorno) è un nervo scoperto da non toccare. Eppure il Presidente del Consiglio lo ha citato. Provocando, ancor di più, un senso di rabbia.

Il Trattamento sanitario obbligatorio nell’ideale collettivo

Perché il TSO fa riferimento a un’obbligatorietà di trattamenti sanitari ed è riferito a soggetti che si rifiutano di sottoporsi a una terapia. Spesso e volentieri – quasi nella totalità dei casi – viene applicato (attraverso un’ordinanza del sindaco, come previsto dalla legge Basaglia del 1978) in queste tre occasioni, come spiega l’enciclopedia Treccani: «Che la persona si trova in una situazione di alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici; che gli interventi proposti siano stati rifiutati dal soggetto interessato; che non è possibile adottare tempestive misure extraospedaliere». E queste tre condizioni devono essere certificate da un medico e devono palesarsi contemporaneamente. Ecco perché Giuseppe Conte parlando di TSO per vaccinazione ha completamente sbagliato nell’uso delle parole.

(foto di copertina: da conferenza stampa di Giuseppe Conte)

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