Cosa ha detto il Norwegian Institute of Public Health sui «23 morti dopo il vaccino»

Il chiarimento dopo che si era diffusa una notizia dai soliti toni allarmisti sul vaccino Pfizer

17/01/2021 di Redazione

Dopo la diffusione sui soliti siti italiani dai toni profondamente allarmistici di una notizia riguardante alcuni vaccinati in Norvegia, è opportuno fare chiarezza per sfidare ancora una volta il sentimento anti-vaccinista che attraversa il nostro Paese e che si alimenta ogni volta che una notizia viene presentata in maniera acritica ai lettori di notizie sul web. In modo particolare, nelle ultime ore, si è diffusa – su social network e su diversi siti di news – l’informazione legata a 23 morti in Norvegia a ridosso della somministrazione del Vaccino Pfizer anti coronavirus.

LEGGI ANCHE > L’Iss smonta tutte le bufale sul vaccino anti coronavirus

Vaccinati in Norvegia e dichiarazioni del Norwegian Institute of Public Health

Cosa è successo e come va letto questo dato? Di certo non va presentato in maniera acritica ai lettori. Né va fatta una titolazione allarmistica. Bisogna, invece, riportare il parere degli esperti. In questo caso, sia per quanto riguarda le tipologie di somministrazione, sia per quanto riguarda la pertinenza territoriale, la fonte senza dubbio più qualificata è il Norwegian Institute of Public Health. Interpellato dall’agenzia di stampa Bloomberg, a proposito dei 23 decessi, l’istituto ha dato questa spiegazione:

«Per pazienti con più grave fragilità, anche gli effetti collaterali relativamente lievi dei vaccini possono avere gravi conseguenze. Per coloro che hanno comunque una vita residua molto breve, il beneficio del vaccino può essere marginale o irrilevante».

Inoltre, va specificato che – su 23 decessi – 13 sono stati sottoposti ad autopsia. È emerso che lievi effetti collaterali (piuttosto comuni nei vaccini) hanno avuto incidenza determinante in pazienti di età molto avanzata e con molte fragilità connesse all’età. Questo – specifica l’istituto – non significa che soltanto i pazienti giovani debbano essere sottoposti alla vaccinazione, ma rappresenta un dato che va studiato e valutato per quanto riguarda la risposta al siero Pfizer. Nulla di particolarmente allarmistico, soprattutto in considerazione della bassissima percentuale di effetti collaterali (ripetiamo: lievi, anche se incidenti su pazienti molto anziani) rispetto alle somministrazioni effettuate in Norvegia.

In ogni caso, nulla ha a che fare con i 23 morti la riduzione delle dosi di vaccino Pfizer prevista per i prossimi giorni in Norvegia. Sempre secondo il Norwegian Institute of Public Health, si tratta di un effetto della grande richiesta di dosi nei vari Paesi europei: la Norvegia riuscirà a supplire – attraverso le dosi di emergenza – al lieve calo di somministrazioni che sarà previsto nella prossima settimana. Pfizer, contemporaneamente, ha assicurato che nei giorni successivi la sua produzione dovrebbe tornare ai livelli attesi, anche per il Paese scandinavo.

foto IPP/zumapress

Share this article