Le fantasiose teorie social sulla foto falsa della vaccinazione di Roberto Burioni
Il virologo si è vaccinato ma c'è chi parla di foto falsa vaccinazione Burioni alludendo a chissà quali modifiche con Photoshop
10/01/2021 di Ilaria Roncone
Roberto Burioni non ha fatto in tempo a vaccinarsi che, come da copione, sotto gli articoli che parlavano della sua esperienza sono arrivati negazionisti, complottisti e odiatori di ogni sorta. Tra i tanti commenti di questo tipo spicca, senza subbio alcuno, quello di chi parla di foto falsa vaccino Burioni spiegando per filo e per segno come sarebbe stato fatto. Salvo, poi, essere sbugiardato da chi si occupa di modificare foto per mestiere.
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La teoria della foto falsa vaccino Burioni
L’ANGOLO DEL BUON UMORE.
Io mi occupo professionalmente di falsificazione di immagini. E sto ancora ridendo. pic.twitter.com/xufVN131l1
— enrico (@bad_scientists) January 9, 2021
Sotto l’articolo del Corriere della Sera che parlava della vaccinazione del virologo – che ha definito il farmaco «efficace e sicuro, un miracolo della scienza» – compare il commento di un utente che vuol provare a far intendere di sapere quello di cui parla. Definisce il braccio della vaccinazione “aggiustato con photoshop”, parla con un gergo tecnico invidiabile di “pelosità del braccio del vaccino”, cosa completamente differente rispetto all’altro braccio, che ha contorni netti e – infine – analizza la luce. Il braccio del vaccino sarebbe notevolmente più scuro dell’altro nonostante ricevano la stessa luce.
Si ride per non piangere
Chi falsifica immagini per mestiere non ha esitato a definire questo commento fonte di grande ilarità. Il nonsense fa ridere coloro che, anche se non lo fanno per mestiere, un po’ ne capiscono di grafica. In fondo, però, la verità e che non ci sono solo persone che ridono o ma ci sono anche quelle che si arrabbiano fino ad arrivare a quelle che, prese nella spirale del complottismo e delle fake news Covid, sarebbero disposte a credere a parole come queste. Quelle persone che, ancora adesso, continuano a cercare – nel migliore dei casi – scuse per non vaccinarsi.