Ancora che fate i titoli sui «240 israeliani positivi dopo il vaccino»?
L'articolo madre è di Russia Today, poi ripreso con titoli molti simili (non esaustivi) anche da alcune testate italiane
04/01/2021 di Enzo Boldi
Forse ne usciremo sconfitti da questa battaglia sulla corretta informazione a partire dai titoli, ma riteniamo che questo sia un terreno da combattimento da cui non tirarci fuori. Nelle ultime settimane, in particolar modo da quando è partita la campagna vaccinale contro il Covid-19 a livello mondiale, ci siamo più volte imbattuti in quotidiani (italiani e stranieri) che fanno scelte titolistiche ammiccanti, in cui si tenta di fare clickbait su quelle che – in realtà, viste le verità scientifiche che sono note a molti – sono non-notizie. L’ultimo caso, il più recente, è quello dei 240 israeliani positivi dopo il vaccino.
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La notizia era stata riportata venerdì 1 gennaio dal sito di informazione Russia Today, con questo titolo.
«Centinaia di israeliani sono risultati infetti con il Covid-19 (in realtà l’infezione è da Sars-Cov-2, il Covid è la malattia che scatena il virus, ndr) dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech», titolava (e titola ancora) Russia Today. Una scelta titolistica molto vicina alle narrazioni fatte sull’infermiera spagnola, l’operatore sanitario di San Diego e la dottoressa di Siracusa (caso di ieri).
240 israeliani positivi dopo il vaccino, le non-notizie proseguono
Ancora una volta, il titolo – ripreso anche da alcune testate online in Italia – non dice assolutamente nulla, se non solleticare gli appetiti di chi si batte contro il vaccino. Come spiegato più volte, infatti, ci sono molti fattori da tenere in considerazione e che dovrebbero spingere i giornalisti a optare per altre scelte titolistiche. Proviamo a riassumerli brevemente partendo dal fatto che non viene effettuato un tampone prima dell’inoculazione del vaccino: questo potrebbe portare a positività celate che emergono nei giorni successivi. Quindi nessuna correlazione con il siero, come spiega anche Bufale.net.
I fattori scientifici, questi sconosciuti
Altro punto importante è il funzionamento del prodotto Pfizer-BioNTech: come è stato dichiarato più volte, il vaccino è efficace (quasi al 100%) solo dopo la seconda somministrazione che avviene a 21 giorni dalla prima. Quindi, la prima inoculazione attiva le risposte immunitarie dell’organismo, ma questo non è ancora insufficiente per creare immunità. Serve una seconda dose (tre settimane dopo) e, a dieci giorni da quest’ultima, il nostro corpo produce tutti gli anticorpi necessari per evitare che il virus sviluppi la malattia.