Un ChatGPT (non) è per sempre? Il primo calo nell’utilizzo dello strumento basato sull’AI

Il calo è stato previsto, a livello globale, in attesa dell'elaborazione definitiva dei dati del mese di giugno 2023

13/07/2023 di Gianmichele Laino

Quando siamo di fronte a un grafico che cerca di fotografare un fenomeno che ci riguarda da vicino, ci sono sempre due tifoserie che cercano di spingere la curva o verso l’alto o verso il basso. Di solito, chi spinge verso l’alto è il titolare o il diretto responsabile del fenomeno che la curva cerca di fotografare. Chi spinge verso il basso, nella maggior parte dei casi, è l’osservatore, che ha sempre il beneficio del dubbio verso ciò che sta guardando. Ecco, questa visione si applica anche all’analisi dei dati di traffico di ChatGPT, lo strumento basato sull’intelligenza artificiale realizzato da OpenAI. A quanto pare, nell’utilizzo di ChatGPT, per la prima volta da quando è stato lanciato, ci sarebbe un calo numerico. Le prime proiezioni legate all’utilizzo della piattaforma nel mese di giugno 2023, infatti, indicherebbero un significativo numero di utenti in meno rispetto a maggio 2023. Le analisi sono state condotte da similarweb.com.

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Utilizzo di ChatGPT, il primo calo dall’inizio del suo lancio sul mercato

Fino al mese di maggio, gli utenti che interrogavano l’intelligenza artificiale di ChatGPT si avvicinavano di molto ai 2 miliardi. Questo dato, nel mese di giugno, si abbassa e la curva messa a disposizione da similarweb.com – in attesa dei dati definitivi – sembra molto più prossima al dato di 1,5 miliardi di utenti. Si tratta – lo ribadiamo – comunque di numeri enormi, che corrispondono a introiti significativi per OpenAI. Tuttavia, una flessione così rapida della curva per un nuovo soggetto Big Tech (in grado di passare – in meno di sei mesi – da 0 utenti a quasi 2 miliardi di utenti) era quantomeno inaspettata.

Gli analisti stanno iniziando a fare la tara rispetto a cosa sia potuto accadere. Sinceramente, crediamo poco alla possibilità che l’inizio delle vacanze estive nelle scuole e nelle università abbia avuto un diretto collegamento con il calo nell’utilizzo di ChatGPT. Piuttosto, è possibile che – su così grandi numeri – la maggiore sensibilità sul tema della privacy del dato personale abbia avuto un influsso diretto. Non dimentichiamoci che – al di là del blocco di ChatGPT in Italia (che comunque risale al mese di aprile-maggio 2023, nel punto di massimo acmé della curva) – in Europa il collegio dei garanti degli stati membri ha avuto un forte impatto mediatico nel far comprendere ai cittadini le implicazioni nell’utilizzo indiscriminato di piattaforme basate sull’intelligenza artificiale.

Chi, però, ha familiarità con i grandi numeri diffida dal dare credito a un dato univoco, inserito all’interno di un periodo x di tempo. Bisognerà capire se questa inversione di tendenza sarà un fenomeno prolungato nel tempo o se il dato del mese di giugno sia semplicemente un unicum.

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