Le accuse a Unicredit per le sue policies sulle criptovalute e quello che c’è da sapere

Su Twitter, sono iniziate le proteste degli utenti a partire da un chiarimento della banca

09/01/2022 di Redazione

Nelle ultime ore si è registrato un vero e proprio attacco a Unicredit per la questione legata ai propri conticorrente e alla gestione delle criptovalute. Su questo aspetto è stata fatta molta disinformazione, soprattutto perché ci si è basati sul passaparola di Twitter. Qui, a partire da una discussione datata 7 gennaio, diversi utenti hanno utilizzato l’hashtag #Unicredit per criticare la gestione della banca rispetto agli investimenti dei suoi clienti in bitcoin o in altre criptovalute. Soprattutto, c’è stato un retweet acritico rispetto a una risposta data dall’account ufficiale di Unicredit Italia a una utente che aveva postato lo screenshot di una conversazione con un referente della banca che sconsigliava di effettuare pagamenti in criptovalute con il conto Unicredit.

A quel punto, un altro utente ha chiamato in causa – attraverso un tag – l’account ufficiale della banca che ha risposto: «Ciao, le attuali policy di Gruppo vietano relazioni con controparti emittenti valute virtuali o che agiscono da piattaforme di scambio». Da lì una incredibile serie di insulti e improperi nei confronti dell’istituto di credito per queste parole.

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Unicredit e criptovalute, la polemica che corre su Twitter

Innanzitutto, la portata delle polemiche ha fatto emergere un tema. In Italia sono diversi gli investitori nel settore delle criptovalute che chiedono sicuramente una gestione più chiara di questo tipo di operazione rispetto ai tradizionali attori del mercato finanziario. Le criptovalute sono una realtà sempre più popolare, sempre più diffusa, sempre più partecipata. Non c’è soltanto Unicredit, ma tutto un settore bancario che – al momento – non sembra essere ancora pronto per questa gestione, in attesa di capire se si tratti effettivamente di una bolla o se, in futuro, con il progresso degli NFT, dei metaversi, di tutto ciò che prevede una tecnologia blockchain alla propria base, possa essere effettivamente un nuovo settore.

Sicuramente, la risposta data da Unicredit si inserisce all’interno delle policies della banca. Unicredit non impedisce – come è stato erroneamente rilevato nei commenti – ai suoi clienti di investire in criptovalute, ma dà alcuni avvertimenti in merito. Citiamo testualmente il testo delle FAQ di Unicredit sul tema:

«UniCredit attualmente non effettua alcuna attività di investimento in criptovalute (valute virtuali) né per conto dei propri clienti, né per conto proprio. UniCredit offre consulenza e propone diversi prodotti e servizi di investimento basandosi sulle caratteristiche di ciascun cliente».

Sempre in questo contesto, poi, Unicredit si limita a riportare alcune indicazioni sulle criptomonete che fanno riferimento alle autorità di supervisione europee. In modo particolare, si ricorda che le criptovalute – a causa della loro alta volatilità – sono prodotti ad alto rischio, che non c’è una regolamentazione dell’Unione Europea su questo tema, che alcune operazioni di cambio sono state colpite da problemi di liquidità e di operatività. Insomma, Unicredit non fa che ricordare come il settore bancario – non soltanto quello del proprio marchio – e come la legislazione europea non siano ancora preparati a questa innovazione. Per questo le critiche al singolo istituto di credito sono ingenerose.

FOTO: Italy Photo Press – World Copyright

UPDATE: all’articolo è stato embeddato il tweet originario con lo scambio di battute che ha generato la discussione e dal quale poi è seguito il tweet dell’account Twitter ufficiale di Unicredit Italia. 

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