Dopo Jerry Calà, ecco Umberto Smaila: I Gatti di vicolo Miracoli si riscoprono sovranisti

12/08/2019 di Enzo Boldi

Ora attendiamo solamente Franco Oppini e Nini Salerno in modo da completare l’album dei Gatti di Vicolo Miracoli. Dopo Jerry Calà – che nelle scorse settimane aveva detto di essere inviso a molti registi «perché non odora di sinistra» – ecco arrivare anche il grande Umberto Smaila che al suo fianco (insieme anche agli altri due già citati) formava una delle band iconiche dell’Italia anni Settanta che univa musica e ironia nei suoi testi. Poi il progetto si sciolse, ognuno andò per la sua strada. Ma almeno due dei Gatti sembrano avere idee molto simili.

Detto di Jerry Calà, la cui legittima posizione politica era nota fin dai tempi passati, anche Umberto Smaila ultimamente ha iniziato a twittare affari politici, come i consigli e gli avvertimenti a Silvio Berlusconi. Tra gli ultimi cinguettii dello showman veronese ce n’è anche uno sulla stretta attualità: si parla dell’appoggio di Richard Gere alla Ong Open Arms e la sua visita ai migranti soccorsi e ancora a bordo della nave da oltre 10 giorni. Ed ecco che si parte con la solita solfa dei luoghi comuni.

Umberto Smaila come Giorgia Meloni

Più che salviniano, Umberto Smaila dimostra di appoggiare in pieno la linea adottata da Giorgia Meloni nei confronti dell’attore americano. Nei giorni scorsi, infatti, la leader di Fratelli d’Italia aveva cinguettato un pensiero molti simile a quello ripreso anche dallo showman veronese qualche giorno dopo. L’esaltazione del sovranismo e dei luoghi comuni.

 

I sovranisti dettano l’agenda dei temi che si possono affrontare

Secondo Umberto Smaila (e Giorgia Meloni) Richard Gere dovrebbe pensare solamente a contestare il muro che Donald Trump vuole far costruire tra Stati Uniti e Messico per bloccare i migranti che attraversano il confine americano a piedi. Del resto, come se ci fosse una legge che lo impedisse, non dovrebbe preoccuparsi.

(foto di copertina: Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire)

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