Google dovrà pagare più 4 miliardi per aver violato le regole sulla concorrenza

Mega multa a Google dal Tribunale dell'Ue, la più alta mai emessa in Europa su tematiche relative alla concorrenza

14/09/2022 di Ilaria Roncone

La salatissima multa a Google è stata stabilità dal Tribunale dell’Unione Europea, che ha confermato 4,125 miliardi di euro (ridotti rispetto cifra iniziale di 4, 343 miliardi di euro) per aver violato le regole di concorrenza leale. La conferma è arrivata oggi da parte del secondo organi giurisdizionale dell’Unione dopo che la Commissione UE aveva precedentemente multato Alphabet (che possiede Google) per le restrizioni illegali imposte ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili. Lo scopo, con tutte queste mosse, era assicurarsi una posizione dominante per il suo motore di ricerca.

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La multa a Google per concorrenza sleale è la più alta mai inflitta in Europa

Seppure ridotta, la cifra caratterizza la più alta multa che un’autorità di vigilanza abbia emesso in merito alla concorrenza in Europa. L’indagine è iniziata nel 2015 ed è stata condotta dall’attuale commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, individuando tutta una serie di mosse scorrette affinché Google ottenesse una posizione dominante. Un esempio? L’imposizione di condizioni contrattuali ai produttori di smartphone affinché installassero applicazioni quali Google Search e Google Chrome allo scopo di avere l’accesso a Google Play.

Altro esempio: Google è stato accusato di aver impedito l’utilizzo di versioni di Android derivate dall’originale, fornendo ai produttori incentivi economici affinché scegliessero di fruire dei suoi servizi. Alla fine dei conti, quindi, Google avrebbe sfruttato Android – che allora e attualmente era il sistema operativo installato dal 70% dei dispositivi mobili in Europa – per favorire i propri servizi impedendo, di fatti, ad altri di poter emergere e competere con le loro proposte.

La decisione è stata commentata da Google, che aveva fatto ricorso puntando a un risultato del tutto diverso, con un comunicato stampa in cui si dice «delusa dal fatto che la Corte non abbia annullato integralmente la decisione». Adesso le parti potranno, se scelgono di farlo, fare appello alla Corte di giustizia dell’Ue.

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