Come entrare nel Deep Web e quali sono i browser per farlo

Come entrare nel Deep Web, con quali browser farlo e a cosa fare attenzione?

11/09/2022 di Ilaria Roncone

Cos’è e come entrare nel deep web? Sono molte le persone che di chiedono – sentendo nominare così spesso questo termine soprattutto legato a atti illegali come la condivisione di dati rubati con attacchi hacker a cittadini, istituzioni e aziende o vendita di merce come le armi – e oggi vediamo insieme, a partire dalla definizione, Deep Web come accedere e browser Deep Web.

Come prima cosa, volendo dare una definizione sintetica di Deep Web, è fondamentale distinguerlo dal Dark Web. Spesso e volentieri, infatti, anche negli articoli che parlano di queste tematiche capita che vengano utilizzati in maniera interscambiabile quando la verità è che si tratta di due cose diverse. Nello specifico, il Dark Web è una porzione di Deep Web. Cos’è il Deep Web in sintesi? Si tratta di quella gigantesca parte di internet che non risulta essere indicizzata e che corrisponde alla stragrande maggioranza dei contenuti presenti in rete. Tanto per capirci, quello che possiamo scovare con i comuni motori di ricerca a partire da Google è circa il 4% del totale di ciò che c’è in rete.

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Cos’è e come entrare nel Deep Web

A sottolineare come i termini Dark Web e Deep Web siano, in molti contesti, interscambiabili – commettendo, di fatti, un errore – è stato anche Pierluigi Paganini, esperto di sicurezza IT e collaboratore SIPAF – Prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario per fini illegali – Ministero dell’Economia e delle Finanze. Oltre a confonderli, sottolinea l’esperto, entrambi i termini vengono spesso abusati e associati quasi esclusivamente (ed erroneamente) ad attività di tipo criminale.

Vediamo una definizione puntuale ma precisa, essendo coniata da un esperto, di Deep Web: si tratta di quell’«insieme dei contenuti presenti sul web e non indicizzati dai comuni motori di ricerca (ad es. Google, Bing)». Parlando invece di Dark Web – che ne è una porzione – Paganini lo definisce «l’insieme di contenuti accessibili pubblicamente che sono ospitati in siti web il cui indirizzo IP è nascosto, ma ai quali chiunque può accedere purché ne conosca l’indirizzo».

Un esempio di ciò che appartiene al Dark Web e che non è necessariamente illegale, per scendere più nel concreto? Anche i contenuti privati scambiati tra utenti all’interno di un network chiuso di computer possono rientrare in questa definizione. Il Deep Web, in sostanza, è tutta quella parte – la maggior parte – di internet sommerso che viene utilizzato per svolgere tantissime attività (non tutte necessariamente illegali). Sul Deep Web è possibile fare informazione dai luoghi sottoposti a censura e dai paesi governati da regimi dittatoriali, volendo rimanere nelle azioni buone, ma anche comprare e vendere armi, documenti falsi e materiale pedopornografico. Come in tutte le cose, quindi, la legalità uso Deep Web è dettata dalle azioni che si compiono e non dal messo in sé e per sé.

Ciò che rende Tor e le darknet così appetibili quando si tratta di azioni criminali è il fatto che le forze dell’ordine fatichino a compiere azioni di monitoraggio su larga scala. Il sistema The Onion Router, proprio per questo, viene riconosciuto come aggregatore riconosciuto ai principali black market ospitati dalla rete.

Deep web come accedere: il ruolo della rete Tor

Come si accede al Deep Web? Per entrare nel Deep Web è necessario accedere in modalità anonima. I siti nascosti, non indicizzati dai motori di ricerca, possono essere visitati solamente sfruttando la rete Tor, appunto. Acronimo di The Onion Router, questo sistema del tutto gratuito permette di anonimizzare il proprio indirizzo IP, nascondendolo di fatti, così da non lasciare alcuna traccia della propria identità e dei dati in ingresso e in uscita relativi al dispositivo utilizzato.

All’atto pratico, Tor procede facendo sì che la connessione risulti legata non solo a un pc ma a vari computer in tutto il mondo. I pacchetti di dati, viaggiando, perdono le informazioni relative all’ultimo punto di transito e rilevano quelle dei punti futuri in cui vanno, arrivando – ogni volta – senza le info relative ai passaggi precedenti e, di conseguenza, al percorso che hanno compiuto. Di tutte le darknet presenti, Tor è la più conosciuta. La darknet è quel network chiusi cui abbiamo già accennato in precedenza che comprende una serie di computer all’interno del Dark Web. Oltre a Tor, ci sono anche The Invisible Internet, Freenet , Project (I2P) e anoNet.

Anche se sembra un luogo di difficile accesso – soprattutto quando si pensa alla quantità di cose illegali che si fanno sul Deep Web – la verità è che entrarci non è difficile. L’importante è sapere come fare, a partire dall’anonimizzarsi. Ci sono una serie di browser pre-configurati che permettono di collegarsi alla rete Tor mantenendo l’anonimato per tutto il tempo di navigazione.

Browser deep web: quali sono i migliori?

Per navigare sul Deep Web è necessario mettere al sicuro la propria identità e lo si può fare utilizzando i browser migliori in circolazione. Il leader, in questo senso, è Tor: si tratta di un browser realizzato sfruttando il codice di Mozilla Firefox ma che, tramite alcune modifiche, permette all’utente di navigare senza lasciare alcuna traccia dei suoi dati o della cronologia delle ricerche nel corso della navigazione.

C’è poi Invisible Internet Project, che si distingue per i protocolli potenti che rendono impossibile il tracciamento. Uno dei vantaggi è che ha una propria rete che riesce a rendere tutte le connessioni crittografate.

Un altro è Whonix, che non si tratta tanto di un browser quanto di un mini sistema operativo open source che deriva da GNU / Linux e che trova le sue basi nello stesso codice sorgente di Tor.

Questi sono solo tre dei sistemi e dei browser per accedere al Deep Web che, quanto a dimensioni, costituisce il 96% di quell’internet sommerso che chi non utilizza questi browser non potrà mai vedere. Si tratta di una realtà – quella delle pagine che non possono essere identificate dai consueti motori di ricerca – talmente ampia che, allo stato attuale delle cose e probabilmente anche in futuro, non è e non sarà mai possibile capire esattamente quante pagine e quanti siti siano attivi contemporaneamente ogni giorni, ora, minuto, secondo.

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