Gli slur diffamatori nei confronti della comunità LGBTQ+ diventati virali su Twitter (e non moderati)

Fa riflettere uno slur diventato virale in seguito al "Don't say Gay or Trans bill"

10/08/2022 di Giordana Battisti

Il Center for Countering Digital Hate (CCDH), una ONG che si occupa di contrastare la diffusione dell’odio e della disinformazione online, ha diffuso un report sul ruolo dei social media nell’amplificare notizie false compromettenti riguardo la comunità LGBTQ+. L’obiettivo che il CCDH si pone non è solo quello di analizzare fenomeni quali l’hate speech ma anche di intervenire in modo risolutivo per porre fine a queste dinamiche che hanno luogo sui principali social network e che influenzano anche l’andamento della società al di fuori del mondo digital. Il report in questione è stato realizzato insieme a  Human Rights Campaign, la più grande organizzazione americana che ha lo scopo di lavorare affinché sia garantita l’uguaglianza alla comunità LGBTQ+. Il report riguarda soprattutto l’analisi sugli slur diffamatori contro la comunità LGBTQ+ cresciuti esponenzialmente nell’ultimo anno.

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Il problema degli slur diffamatori su Twitter

Nello specifico, il report esamina come i social network sono stati utilizzati per screditare la comunità LGBTQ+ diffondendo notizie diffamatorie. Tra queste, la più diffusa è quella secondo cui i membri della comunità LGBTQ+ adescherebbero i bambini. In questa ottica, sui principali social media, in particolare su Twitter, si è diffuso in modo esponenziale lo slur “groomer”, utilizzato come vera e propria arma di propaganda anti-LGBTQ+. Per quantificare l’utilizzo di questo slur, i ricercatori hanno utilizzato lo strumento di analisi BrandWatch per ottenere un campione di 989,547 tweet postati tra il primo gennaio 2022 e il 27 luglio 2022 che menzionano la comunità LGBTQ+ a fianco di slur che portano avanti questo tipo di narrativa invalidante dal punto di vista sociale e psicologico. Accanto allo slur “groomer” ne compaiono altri come “predator” o “pedophile”.

Perché questa crescita esponenziale di slur diffamatori su Twitter?

Un grande flusso di tweet che attacca in modo violento la comunità LGBTQ+ con questo tipo di slur diffamatori si è registrato in seguito alla promozione del disegno di legge Don’t Say Gay or Trans, considerato fortemente omofobico e transfobico. Christina Pushaw, portavoce del governatore repubblicano Ron DeSantis, ha tweettato che il disegno di legge sarebbe dovuto essere definito “anti-grooming bill” e chi si oppone a tale disegno di legge è equiparabile a quanti vengono continuamente diffamati dagli slur promossi dagli hater della comunità LGBTQ+ e che, in definitiva, vorrebbe che fossero emarginati dalla società. A partire dal 4 marzo, giorno in cui Pushaw ha pubblicato il suo tweet, la frase “anti-grooming bill” è stata rilanciata 44,028 volte.

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