Grindr è sparita dagli app store in Cina
L'applicazione mobile per incontri, destinata a un pubblico LGBTQ+, è scomparsa dai negozi Apple e Android
31/01/2022 di Enzo Boldi
Una sparizione improvvisa e misteriosa che va a inserirsi all’interno di una lunga serie di censure già palesatesi nel corso degli scorsi mesi. Da giovedì 27 gennaio, i cittadini cinesi non possono più scaricare (e probabilmente utilizzare) l’app di incontri – destinata a un pubblico LGBTQ+ – Grindr. Tutto è iniziato con la cancellazione dall’app store di Apple, poi è proseguito anche sugli altri store relativi al sistema operativo Android (nel Paese non c’è il Google Play Store, quindi i vari produttori gestiscono le applicazioni mobile in house).
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Secondo quanto riportato da Bloomberg, la sparizione dell’app di incontri dagli store digitali in Cina è stata improvvisa e nessuno dei protagonisti in campo ha voluto rilasciare una dichiarazione in merito. Anche perché, la storia recente è solamente una conferma di cosa che già conoscevamo, le restrizioni cinesi sono molto forti e i giri di vite decisi dal governo – non solo in termini di repressione, ma di concorrenza – sono difficili da sbullonare. Perché gli osservatori della politica e dei diritti umani sanno bene come l’omosessualità non sia “fuori legge” in Cina, ma le politiche adottate dal governo non vanno propriamente incontro a chi non è eterosessuale.
Grindr, l’app rimossa dagli store in Cina
Insomma, ci potrebbe essere una repressione a livello sociale (il fatto che tutto ciò sia avvenuto a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi Invernali potrebbe essere il sintomo più evidente), ma anche economico-commerciale. Perché Grindr, fino all’inizio del 2020, era di Beijing Kunlun Tech, una società cinese che si occupa di digitale. Poi l’annuncio di una cessione agli americani San Vicente Acquisition. Insomma, anche in questo caso ci potrebbero essere fattori commerciali e non solamente temi di diritti violati. Sta di fatto che da alcuni giorni sull’app Store di Apple l’applicazione i Cina non è più disponibile. D’altronde la stessa azienda di Cupertino, in un documento ufficiale dell’agosto del 2020 scriveva: «È necessario rispettare le leggi locali e, a volte, ci sono questioni complesse su cui potremmo non essere d’accordo con i governi e altre parti interessate sulla giusta strada da seguire».