Ricatto su Grindr e successivo furto: cinque anni di carcere

È successo al sud di Londra: l'uomo aveva attirato con l'inganno le sue vittime, attraverso la piattaforma di incontri

21/01/2022 di Redazione

Prima contattava le sue vittime su Grindr, come si fa normalmente su un’app di dating. Poi, però, dopo aver consumato un rapporto sessuale consensuale con le stesse persone che aveva contattato, aggiornava il suo profilo dell’app e inseriva l’annuncio di un pagamento per l’eventuale prestazione (pari a 180 sterline a ora). Giunto a questo punto, chiedeva alle persone il compenso richiesto nella circostanza e, nel caso in cui qualcuno di loro si rifiutasse di pagare, arrivava a ricattarlo, minacciando di condividere immagini e screenshot compromettenti. È la storia di una truffa su Grindr che si è verificata a sud di Londra, Anouar Sabbar, 28 anni, è stato tuttavia intercettato e condannato a cinque anni di reclusione.

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Truffa su Grindr, nove persone contattate e derubate

Le vittime accertate per questa frode, al momento, sono nove, tutte d’età compresa tra i 25 ei 57 anni. A questi ultimi, complessivamente, il 28enne aveva rubato oltre 2mila sterline in due anni. L’uomo ha riconosciuto di aver truffato le sue vittime e si è dichiarato colpevole di tutte le accuse che gli sono state rivolte.

Era un sistema molto ben organizzato: dopo aver ottenuto, anche in seguito a minacce, i soldi che diceva di aver richiesto su Grindr attraverso il suo annuncio di sesso a pagamento (annuncio che, però, al momento del primo contatto non esisteva assolutamente), bloccava le sue vittime sulla piattaforma, in modo da rendersi irrintracciabile. Allo stesso tempo, cambiava costantemente anche le sim dei propri telefoni. Una delle vittime è stata minacciata con degli screenshot che l’uomo avrebbe inviato alla sua compagna se non avesse ricevuto i soldi pattuiti.

Gli inquirenti che hanno seguito il caso hanno lanciato un appello: «Potrebbero esserci altre persone che sono state sfruttate da Sabbar e che fino ad ora si sono sentiti impossibilitati a confessarlo – hanno detto le autorità -. Per favore, mettitevi in contatto con noi: siamo qui per ascoltarvi e per prendere sul serio le cose che ci racconterete. Sarete trattati tutti con sensibilità e fiducia».

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