Chat di Morisi: dov’è il confine tra fare giornalismo e fare voyeurismo?
Il Corriere della Sera ha scelto di pubblicare stralci della conversazione tra Morisi e l'escort andando, però, oltre l'informazione
06/10/2021 di Ilaria Roncone
Le indagini sul caso Morisi proseguono ed è emerso – come rende noto il Corriere della Sera tramite una sua esclusiva – che la droga dello stupro non era dell’ex social media manager della Lega. Parte delle chat sul sito di incontri gay Griderboy tra Morisi e Alexander sono stare rese note dal quotidiano ed è presto montata su una polemica in merito. Se da un lato, infatti, ha senso pubblicare la prova che Morisi ha detto la verità sul «G» (che sta per Ghb, anche noto come droga dello stupro), ci sono una serie di dettagli pruriginosi che per molti non avrebbero dovuto essere resi noti.
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La chat Morisi con Alexander
Il Corriere pubblica le citazioni prese dalle chat che hanno evidentemente potuto visionare. Se tutto quello che riguarda l’organizzazione dell’incontro e gli elementi che indicano a chi appartiene la droga e chi sta cedendo cosa sono utili al fine della comprensione, ce ne sono altri che non sono utili ai fini dell’esposizione del caso.
Quindi oggi il Corriere pubblica le chat private di #Morisi e poi si lamentano se li chiamiamo giornalai. Dov’è l’@ODG_CNOG quando serve?
— Comitato Ventotene (@ComVentotene) October 6, 2021
Per quanto riguarda le sostanze coinvolte – ovvero la droga dello stupro e la cocaina – dalle conversazioni si apprende che il «G» viene messo sulla piazza da Alexander, disponibile a portarlo, e la cocaina invece è in possesso di Morisi.
Quell’«attivo dominante» che il Corriere avrebbe potuto risparmiarsi
Si legge sul Corriere:
Morisi mente sull’età: «Ho 35 anni», e scrive con quale nome si fa chiamare lui su un altro sito di incontri. «Ok, io attivo dominante. Ho pure amico se vuoi, tutta la notte», propone Alexander
Che cosa c’è di utile nel rendere noto il dettaglio sulle preferenze in ambito sessuale dell’escort che Morisi ha pagato? Luca Morisi ha collaborato strettamente con un partito che, a più riprese, ha visto i suoi componenti sbandierare posizioni più o meno omofobe. Il fatto che l’escort sia un uomo, di per sé, fornisce già l’elemento necessario e utile ai cittadini per andare fino in fondo all’ipocrisia di determinate fazioni politiche e delle persone che ne fanno parte e lavorano in quell’orbita.
Tutta la parte che rivela dettagli come il tipo di servizio che l’escort ha offerto a Morisi, invece, può essere classificata come voyeurismo e morbosità rispetto a dettagli che informazione non lo sono per niente.