Il documento di Twitter che mostra la firma di Musk sull’accordo «senza chiedere informazioni»

L'azienda ha reso pubblica la dichiarazione di delega che ha sancito l'accordo il mese scorso: niente due diligence né richiesta di riservatezza

18/05/2022 di Enzo Boldi

Il passaggio di Twitter nelle mani di Elon Musk è diventato una romanzo giallo che, quotidianamente, aggiunge nuove pagine alla sua storia. Da giorni, infatti, l’accordo appare sospeso, così come le cifre in ballo. Da una parte c’è il patron di Tesla che chiede la revisione del numero di bot (account fake) presenti sulla piattaforma social (e quantificare nuovamente, proprio in base a quello, la sua offerta basata sul “valore economico” di ogni singolo utente reale attivo); dall’altra c’è l’azienda che continua a rispondere per le rime a questa accusa di scarsa trasparenza. E ora la trama si infittisce: Twitter ha infatti reso pubblica la dichiarazione di delega (controfirmata da Musk) in cui vengono evidenziate alcune “carenze” nelle richieste non fatte da parte dell’uomo più ricco del mondo.

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I problemi in questa trattativa sono tanti, ma potrebbero comunque portare a un lieto fine per il passaggio della piattaforma social nelle mani di Elon Musk. Per il momento, però, si sta configurando il classico gioco delle parti per tentare di “tirare sul prezzo”, in particolar modo da parte del fondatore di Tesla. Da una parte ci sono le sue ragioni (il numero di bot che alimentano l’ecosistema di Twitter è elevato e le stime fatte dal social appaiono essere piuttosto basse e non in linea con la realtà); dall’altra quelle delle piattaforma che, con un colpo di scena, ha deciso di mettere su pubblica piazza le non richieste fatte da Musk in fase di accordo.

Twitter Musk, il gioco al ribasso e i documenti ufficiali

Come riporta la Reuters, infatti, in quella dichiarazione di delega (obbligatoria per un’azienda quotata in borsa affinché tutti gli azionisti chiamati a votare favorevolmente o contrariamente a un passaggio di quote) che fa fede all’accordo stipulato nella notte tra il 23 e il 24 aprile e che indica agli azionisti, si spiega un dettaglio molto importante: «Il signor Musk non ha chiesto di stipulare un accordo di riservatezza o di chiedere a Twitter alcuna informazione non pubblica su Twitter». Questo documento, inoltrato agli investitori prima del voto, spiega come il patron di Tesla non abbia effettuato alcune richiesta di due diligence, ovvero nessuna richiesta di investigazione profonda delle informazioni e dei dati relativi all’azienda che intende rilevare.

Il gioco delle tre carte?

Questo vuol dire che, secondo Twitter, tutte le ultime pretese avanzate da Elon Musk non siano in linea con l’accordo stipulato e oggetto di voto da parte degli azionisti e del Consiglio di Amministrazione dell’azienda. Perché il fondatore di Tesla puntava tutto su un’operazione rapida e un passaggio di consegne nel giro di poche settimane (al netto dei tempi tecnici), per un valore totale di 44 miliardi di dollari. Senza chiedere, prima di effettuare l’offerta ufficiale, di verificare ciò che ora vuole utilizzare come argomento per effettuare una nuova trattativa a un prezzo più basso.

(foto IPP/zumapress)

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