L’Istituto di Sanità sfata un falso mito: l’uso prolungato del cellulare non aumenta i rischi di tumore
07/08/2019 di Redazione
Non si tratta di una diceria, né di una delle tante bufale che circolano sul web. Oggi, l’Istituto Superiore di Sanità italiano ha diffuso i dati di una ricerca scientifica basata su una raccolta di dati molto completa. Sono state illustrate, infatti, le conclusioni del Rapporto Istisan denominato «Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche». Una delle principali conclusioni che si possono osservare è che l’uso prolungato del telefono cellulare non fa aumentare il rischio di tumore.
Tumore uso del cellulare, la smentita dell’Istituto di Sanità
Genericamente, si crede che l’esposizione prolungata alle radiofrequenze possa rappresentare un rischio per la salute. Ma, ovviamente, occorre fare una differenziazione in base alla tipologia di rischio che si riesce a rilevare. L’idea che le radiofrequenze fossero cancerogene, del resto, non era soltanto il risultato di una vox populi. La definizione del rischio veniva illustrata già dalla Iarc (l’International Agency per la ricerca sul cancro) che nel 2011 ha classificato le radiofrequenze nel gruppo 2B, ovvero come possibili agenti cancerogeni.
Tumore uso del cellulare ed esposizione alle reti wi-fi: nessun rischio aumento delle malattie
Per quanto riguarda l’utilizzo dei telefoni cellulari, tuttavia, gli studi più recenti raccolti nel periodo 1999-2017 non rilevano alcun incremento del rischio di neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, neuromi acustici, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari) in relazione all’uso prolungato (≥10 anni) del cellulare. Lo stesso vale per l’esposizioni alle reti wi-fi e a quelle più generiche di telecomunicazioni.
Senza dubbio, incide la prossimità agli apparecchi e l’esposizione agli stessi. Ma c’è da dire che, nell’ultimo periodo, le tecnologie si sono sviluppate nella direzione di rendere meno potenti le frequenze a cui l’essere umano è sottoposto: la potenza media di una chiamata al cellulare, oggi, è anche 100-500 volte inferiore rispetto al passato e gli impianti WiFi hanno basse potenze e cicli di lavoro intermittenti. C’è ancora qualche perplessità sulle future reti del 5G, ma non si possono avere delle prove dirimenti fino a quando non ci saranno dati tali da poter dare delle indicazioni decisive: tendenzialmente, si può pensare che – dal momento che sfrutteranno delle tecnologie più avanzate – l’impatto seguirà la tendenza descritta.
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