La rabbia di Trump: “Stanno tentando di rubarci le elezioni”
Il presidente, furioso per la situazione che lo vede in svantaggio, rilancia senza alcuna prova le accuse di brogli
06/11/2020 di Redazione
Un Trump furioso convoca una conferenza stampa alla Casa Bianca per accusare i democratici di brogli e di star rubano le elezioni. Uno sfogo senza alcuna prova, ma che rilancia la sfida del presidente alla validità del voto, e al lavoro degli ufficiali elettorali che stanno lavorando da due giorni ancora in sei Stati dove Trump e Biden sono vicinissimi.
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La conferenza stampa del Trump furioso senza domande dei giornalisti
La conferenza stampa del Trump furioso gira tutta sul concetto che le elezioni sono truccate perché lui starebbe lentamente perdendo il suo vantaggio negli Stati decisivi a causa del voto per posta. Accuse non nuove, ma che Trump ha ripetuto anche adesso che truppe di suoi sostenitori armati vigilano e protestano minacciosamente fuori dai centri in cui si stanno contando i voti arrivati per posta. Il presidente, che non ha accettato domande al termine del suo sfogo, ha ribadito i successi del partito repubblicano in Senato e alla Camera, sostenendo che i sondaggi che lo davano in forte svantaggio erano “volutamente negativi per sopprimere il voto degli elettori repubblicani e spaventare i finanziatori conservatori” per volere di un gruppo di potere formato da democratici, media e potentati. Un complotto che però, seguendo la logica del presidente, avrebbe visto il partito avverso perdere su tutta la linea tranne che nella sfida per la Casa Bianca, che comunque resta aperta, seppure con Biden in vantaggio.
Shep fact-checks President Trump’s remarks:
-No evidence that pollsters knowingly got polls wrong to create voter suppression
-No red wave in the election
-No evidence of election interference
-Polls may have been wrong, but they weren’t fake#Election2020 https://t.co/2ydxgqlxGJ pic.twitter.com/VqncLjegnS— CNBC (@CNBC) November 6, 2020
Le accuse del Trump furioso contro il voto per posta e le città di Philadelphia e Detroit
Il Trump furioso che accusa senza prove di brogli ha scatenato polemiche e reazioni di sgomento sia nei media che nel mondo politico, con i repubblicani che sono stati ben attenti da sostenere in qualunque modo il presidente. Che ha accusato i delegati nei seggi di essere “tutti democratici”, cosa ovviamente non vera anche perche’ Georgia e Arizona hanno governi fortemente conservatori, ripetendo la bugia dei “voti che appaiono dal nulla” e lamentandosi del fatto che i voti per posta vedono Biden vincere con una media di 4-1, dopo che proprio lui per mesi ha sparato a zero sul voto per posta e di fatto dicendo ai suoi sostenitori di non votare in quel modo. Trump ha quindi attaccato le città di Detroit e Philadelphia (“posti corrotti che non possono decidere l’elezione”), che potrebbero essere i bacini di voti decisivi per un’eventuale vittoria di Biden e che, guarda caso, hanno una fortissima componente di voto afroamericano. Un attacco senza precedenti alla credibilità del sistema, senza prove, al momento, per le accuse del presidente, che pur essendo consapevole che la dinamica in atto è assolutamente legale, ha ribadito ancora una volta che secondo lui è uno “scandalo senza precedenti” che non si fermi il conteggio dei voti dove è in vantaggio, chiedendo però che si continuino a contare quelli dell’Arizona, dove sembrerebbe in rimonta. “Magari finiremo alla Corte Suprema, ma non possiamo avere un’elezione rubata in questo modo” ha concluso il suo sfogo Trump, che spera nell’aiuta della corte che lui ha fatto diventare ultra conservatrice per ottenere quel secondo mandato che sembra sfuggirgli di mano.