Le tre etichette con cui Twitter cercherà di combattere la disinformazione di chiunque

Un esperimento della sviluppatrice di app Jane Manchun Wong ha mostrato cosa sta succedendo sul social network

01/06/2021 di Gianmichele Laino

Social network e disinformazione, la grande sfida all’interno della quale si inseriscono le nuove tecnologie che le app di interazione stanno cercando di adoperare per limitare la portata del fenomeno. Visto che Twitter ha costruito buona parte delle sue recenti fortune sul sistema delle etichette (tanto da bollare come inattendibili persino i tweet dell’ex presidente degli Stati Uniti), ha pensato di replicarle ulteriormente e di allargarle a vaste fette di popolazione. A svelarlo in anteprima è la ricercatrice nel settore delle app Jane Manchun Wong, che – applicando il sistema del reverse engineering – ha mostrato i progressi di Twitter in questo particolare settore di sviluppo: in modo particolare, la ricercatrice avrebbe mostrato l’interfaccia di tre etichette di Twitter contro la disinformazione che potrebbero comparire a breve sul social network (o che, in ogni caso, rappresentano un esperimento che si starebbe seguendo).

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Tre etichette di Twitter contro la disinformazione

Le tre etichette saranno (o potrebbero essere) le seguenti: get the latest (ovvero: aggiornati con le ultime notizie), stay informed (informati) e misleading (ovvero: fuorviante). La ricercatrice aveva realizzato tre tweet provocatori: uno sul monossido di diidrogeno (niente più, niente meno che l’acqua) che è stato per larghi tratti un grande classico della disinformazione sui social network con la gente che, non sapendo di cosa si trattasse, ne proponeva la messa al bando. Twitter ha applicato l’etichetta aggiornati con le ultime notizie ed è stato persino molto esplicito nel fare riferimento alle ultime notizie proprio «su H2O aka acqua». Nel secondo caso, la Wong aveva parlato di un’oscurità che sarebbe scesa sulla terra tra 12 ore (un riferimento scherzoso all’alternanza tra il giorno e la notte): in questo caso, Twitter ha applicato un’etichetta in cui ordina all’autrice del tweet di informarsi. Nell’ultima circostanza, la Wong ha deciso di usare un paradosso, dicendo che noi mangiamo, che le tartarughe mangiano e che – quindi – noi siamo tartarughe. Twitter ha applicato l’etichetta fuorviante, evidenziando l’artificio retorico a cui la ricercatrice aveva fatto ricorso.

Al momento, il social network di Jack Dorsey non ha rilasciato dichiarazioni in merito e non ha reso pubblico questo suo nuovo tentativo di combattere la disinformazione. Ma che i suoi sviluppatori ci stiano lavorando sembra abbastanza pacifico. Nonostante le etichette sembrino piuttosto precise e pertinenti rispetto ai tweet inviati come test, corrono comunque il rischio di etichettare come inattendibili tweet che contengono affermazioni che è difficile verificare attraverso la pubblicistica ufficiale. E che non per forza di cose devono essere associati alle fake news (si pensi ai giornali o ai giornalisti che, attraverso una fonte esclusiva, accedono a notizie che nessuno fino a quel momento aveva battuto). Qual è il confine tra lotta alla disinformazione e le imposizioni di Twitter?

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