Twitter prova a mettere un freno al linguaggio dell’odio sul suo social

Dopo un periodo di test e rodaggio, arriva il messaggio prima della pubblicazione di messaggi che potrebbero risultare offensivi

06/05/2021 di Enzo Boldi

«Vuoi rivederlo prima di twittare?». Questa è l’ultima mossa di Twitter per provare a rendere più consapevole l’ecosistema dialettico all’interno del suo social. Per il momento la novità riguarderà solamente l’applicazione (sia per iOS che per Android) degli utenti che hanno settato le impostazioni sulla “lingua inglese”. Poi questa novità sarà estesa a tutti. Non si tratta di censura o di limitazione alla libertà di pensiero, ma solamente di un messaggio che punta sulla consapevolezza dell’utente.

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«Sulla base del feedback e degli apprendimenti di questi test, abbiamo apportato miglioramenti ai sistemi che decidono quando e come vengono inviati questi promemoria – si legge sul blog di Twitter -. A partire da oggi, stiamo implementando questi prompt migliorati su iOS e Android, a partire dagli account che hanno abilitato le impostazioni della lingua inglese». Ma di cosa si tratta? Il principio è molto semplice.

Twitter prova a mettere un freno al linguaggio dell’odio sul suo social

L’utente scrive il proprio tweet (anche di risposta a un altro profilo), ma dopo aver premuto sul tasto “twitta” riceve un messaggio (a mo’ di pop-up) con su scritto: «Vuoi rivederlo prima di twittare?». Insomma, l’utente viene chiamato in causa – in prima persona – affinché rifletta bene prima di rendere pubblico (sul social) il suo commento. Si invita, in un certo senso, a una consapevole moderazione del linguaggio che potrebbe essere dannoso e offensivo. A quel punto, l’utente potrà decidere se revisionare il suo tweet prima della pubblicazione, cancellare o pubblicare.

Twitter

Quando riceveremo questo promemoria?

In attesa dell’arrivo di questa novità anche per gli account in lingua italiana, Twitter sul suo blog ha spiegato quando e come sarà inviato questo promemoria. E, ovviamente, il tutto si baserà sulla matematica di un algoritmo che proseguirà nel proprio sviluppo anche attraverso le segnalazioni degli utenti:

  • Considerazione della natura della relazione tra l’autore e il replicatore, inclusa la frequenza con cui interagiscono. Ad esempio, se due account si susseguono e si rispondono spesso, c’è una maggiore probabilità che abbiano una migliore comprensione del tono di comunicazione preferito.
  • Adeguamenti alla nostra tecnologia per meglio tenere conto delle situazioni in cui la lingua può essere rivendicata da comunità sottorappresentate e utilizzata in modi non dannosi.
  • Miglioramento della nostra tecnologia per rilevare in modo più accurato un linguaggio forte, inclusa la volgarità.
  • Creato un modo più semplice per consentire alle persone di farci sapere se hanno trovato il prompt utile o pertinente.

Insomma, questo è un primo passo contro l’hate speech. Anzi, in favore di un linguaggio consapevole sui social.

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