Tav, secondo Travaglio i Cinque Stelle non hanno tradito: «Sono solo stati sconfitti»

30/07/2019 di Enzo Boldi

La sconfitta è di quelle onorevoli, ma gli autogol che hanno portato il Movimento 5 Stelle a essere il partito di maggioranza in Italia, sotto il cui governo è stato ufficializzato il prosieguo dei lavori Tav tra Italia e Francia, non possono indorare la pillola. Secondo Marco Travaglio, però, i pentastellati non hanno tradito l’elettorato della Val di Susa – e non solo -, ma hanno solo subito una sconfitta. Una partita persa che rischia di avere seri riverberi sul futuro stesso del M5S. Ma per il direttore de Il Fatto Quotidiano non si può essere così severi.

«Se quello dei 5Stelle fosse un tradimento di gente che ha preso i voti dei No Tav e poi si è venduta al Partito degli Affari, sarebbe un’ottima notizia: basterebbe sputare in faccia ai traditori, sostituirli con gente incorruttibile e il problema sarebbe risolto – scrive Marco Travaglio nel suo editoriale -. La realtà è di gran lunga peggiore: quello dei 5Stelle sul Tav è un fallimento, una sconfitta culturale e mediatica, prim’ancora che politica. Ci hanno provato, tra mille errori e inadeguatezze, a dire almeno no al dogma dell’Immacolata Costruzione e al Partito Preso. Ma non ci sono riusciti».

Travaglio: sul Tav il M5S non ha tradito nessuno

La colpa? È delle bufale che sarebbero state diffuse da tutti gli altri giornali tranne il suo Fatto Quotidiano: «Non ci sono riusciti, soverchiati da una campagna mediatica di stampa a suon di fake news a reti ed edicole unificate che li ha schiacciati nel ruolo scomodo di nemici del progresso e addirittura dell’ambiente». Poi fa riferimento a Salvini che, secondo Travaglio, aveva promesso a Di Maio la cancellazione del progetto Tav. In realtà, come dice lo stesso direttore de Il Fatto Quotidiano nello stesso editoriale, nel famoso ‘Contratto del Cambiamento’ si parla solamente di ridiscussione integrale del progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia. Cosa che è avvenuta con l’Unione Europea che ha aumentato i propri fondi – e lo stesso Toninelli si è ‘vantato’ di aver fatto risparmiare un sacco di soldi – e con le analisi costi-benefici.

Le analisi costi-benefici

E proprio quest’ultima voce merita un approfondimento. Per mesi si è parlato del mandato del Mit ai tecnici per valutare l’impatto sui costi da sostenere e i benefici sul tempo. Ne uscirono due di queste analisi: la prima diceva no all’opera (conteggiando anche i mancati introiti dei pedaggi autostradali dei Tir); la seconda, invece, spiegava come bloccare il progetto Tav avrebbe avuto un prezzo più elevato rispetto al bloccare tutto. E Giuseppe Conte, come spiegato nel giorno in cui ha palesato il suo sì, ha valutato proprio questo. Forse è giusto non parlare di tradimento, ma è normale che chi si è speso dando fiducia al Movimento 5 Stelle su questo tema, non può che provare quella amara sensazione.

(foto di copertina: ANSA/ TINO ROMANO)

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