Il Pd ha deluso di nuovo Travaglio: «Sono irredimibili, facciano il governo con la Lega»

Non hanno imparato nulla dagli errori del passato, non sono bastati i risultati elettorali e il fatto che le persone si siano rivolte a forze populiste e anti-sistema piuttosto che votare loro. In una parola sono «irredimibili». Così Marco Travaglio nel suo editoriale pubblicato su Il Fatto Quotidiano di domenica 8 settembre. Un articolo in cui critica aspramente il Partito Democratico per il suo atteggiamento in questi primi (e pochi) giorni dalla formazione del nuovo Esecutivo in collaborazione con il Movimento 5 Stelle. Una delusione mossa da comportamenti che, secondo il direttore del Fatto, mostrano come i dem non siano attenti a ciò che la storia recente ha riservato loro.

Nel suo editoriale, Marco Travaglio fa diversi riferimenti a differenti nomi che in questi giorni hanno già provocato alcuni dissidi interni nella maggioranza giallorossa e a Palazzo Chigi. Si parte da Paola De Micheli – nuova ministra della Infrastrutture e dei Trasporti che ha preso il posto di Danilo Toninelli – rea, secondo il direttore de Il Fatto – di proseguire dritta su questioni come Tav e concessioni autostradali al gruppo Atlantia dei Benetton. In questo caso, come negli altri citati, si parla di incoerenza rispetto alla promessa di «discontinuità» rispetto alle idee di Matteo Salvini.

Il Pd ha deluso di nuovo Travaglio

L’altro nome nel mirino di Travaglio è quello di Dario Franceschini che ha lavorato – e sta lavorando – per riportare Salvatore Nastasi alla segreteria del Mibac di cui lo stesso dem è tornato a essere ministro nei giorni scorsi. Poi c’è Roberto Gualtieri che ha chiesto il ritorno di Roberto Garofoli al Mef, come capo di gabinetto. Per chi non se lo ricordasse, si tratta del dirigente che venne cacciato dopo il famoso caso nella ‘manina’ all’interno del testo della Manovra 2019.

Il governo rossoverde

Infine, Marco Travaglio se la prende anche con Andrea Orlando che ha contestato la riforma della Giustizia targata Alfonso Bonafede, nonostante l’argomento fosse al centro dei 26 punti su cui Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono accordati prima di dare il via all’Esecutivo giallorosso. E da qui la provocazione finale: «Vista la corrispondenza di amorosi sensi pure su grandi opere e Autostrade, non si vede perché il Pd non provi a fare un governo con la Lega. Salvini è così disperato che potrebbe pure starci».

(foto di copertina:  ANSA/ FRANCO BOLZONI)

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