Tutte le volte in cui internet ha aiutato gli ucraini a fuggire dalla guerra (e non solo)

Internet come speranza tutte quelle volte che, dall'inizio del conflitto, ha permesso agli ucraini non solo di scappare dal conflitto ma anche di trovare aiuto negli altri paesi più facilmente e rapidamente

08/05/2023 di Ilaria Roncone

Il web come arma sul campo, il web come strumento di propaganda e – oggi – il web come speranza. Ha fatto anche cose buone, internet, quando si tratta della situazione di conflitto che si è venuta a creare e che permane, da un anno a questa parte, in Ucraina per via dell’invasione russa. Il web – tra piattaforme, applicazioni e social media – si è infatti rivelato uno strumento fondamentale per dare una mano (dalle raccolte fondi alle mappe degli alloggi disponibili) in ogni modo possibile, facendo rete e permettendo a tante persone di aiutare e farsi aiutare in maniera molto più rapida rispetto a quello che sarebbe accaduto in un mondo privo di nuove tecnologie. Dal tracciamento profughi Ucraina alle mappe che indicano luoghi e case in cui gli sfollati possono trovare alloggio, vediamo tutta una serie di iniziative nate dal basso e dalle istituzioni che hanno permesso – sfruttando internet – di semplificare la complessità e di porre un argine alle numerose conseguenze di questo conflitto.

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Come funziona il tracciamento profughi ucraina con internet?

Nel corso di questi tredici mesi di guerra sono nati vari strumenti per il tracciamento dei profughi e la redistribuzione negli altri paesi europei. Si tratta di milioni di persone che sono uscite – e alcune sono rientrate – dai confini dell’Ucraina e che, rispetto ad altre ondate di migranti e profughi, hanno trovato un’Europa aperta e disponibile (Italia compresa). Con posti di confine che hanno istituito strutture che fornivano pasti e alloggi e procedure legislative speciali attuate per facilitare la loro accoglienza, fortunatamente c’è sempre stato un tracciamento in termini numerici e di opzioni per queste persone in fuga dalla guerra.

Esiste una mappa costantemente aggiornata con i dati forniti dall’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) che indica i numeri dei “Rifugiati ucraini registrati in tutta Europa” e dei “Rifugiati ucraini registrati per la protezione temporanea o per analoghi programmi di protezione nazionale in Europa”. I dati vengono aggiornati ogni mercoledì e permettono di monitorare l’escalation del conflitto anche attraverso i dati delle persone che si vedono costrette a lasciare la propria casa perché a rischio.

Per gli Ucraini che si sono trovati in altri paesi, a dover gestire una nuova permanenza e una nuova vita, è stata creata l’app Mygrants for Ukraine con l’intento di trasformare l’immigrazione in un’opportunità sia per chi migra che per la comunità che accoglie le persone: creando un profilo è possibile compilare una serie di form in cui si indicano le proprie competenze che vengono poi incrociate con il fabbisogno del paese che li sta ospitando.

Mappe e gruppi per segnalare la disponibilità per i profughi

Non sono mancate – nella prima fase dell’esodo e in quelle successive – iniziative sia di tipo social (cittadini uniti che, sfruttando le piattaforme, hanno creato reti di sostegno) che di tipo istituzionale. Tra queste ultime troviamo l’Albo delle Famiglie accoglienti  della capitale italiana (in collaborazione con Refugees Welcome italia) che ha l’obiettivo di mettere in contatto chi offre un alloggio e chi cerca un alloggio nell’ambito delle crisi umanitarie. Si può fare domanda per offrire ospitalità, chiedere ospitalità e creare un rapporto di mentoring e amicizia tra persone che accolgono e persone accolte. Provando a fare domanda per chiedere accoglienza viene chiesto, tra le altre cose, se si è profughi in seguito alla crisi umanitaria ucraina o se non lo si è.

Sono moltissime, inoltre, le raccolte fondi che sono state fatte partire per fornire ogni genere di bene di prima necessità agli sfollati e denaro per finanziare gli aiuti. Citiamo, tra le altre: la raccolta fondi della Croce Rossa Italiana, quella di UNHCR (che prevede costanti aggiornamenti dal campo, con l’ultimo che risale al 27 dicembre 2022), quella dell’Unicef (che mette al centro le esigenze dei bambini).

Lo scorso aprile avevamo segnalato, inoltre, l’esistenza di un gruppo di couchsurfing su Facebook che – nel giro di un mese – è diventato uno strumento essenziale per gli ucraini che sono fuggiti in Polonia (il paese che ha visto l’arrivo della maggior parte delle persone in fuga sin dall’inizio della guerra). “Host a Sister” è nato come gruppo Facebook che, dal 2019, dava alloggio alle donne che volevano fare viaggi con lo zaino in spalla. Oggi, con quasi 430 mila membri, oltre allo scopo principale serve anche per offrire ospitalità a persone in fuga da Ucraina, Turchia e Siria (come illustrato nelle regole del gruppo scritte dagli amministratori).

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