Cosa significa che TikTok è stato bannato per i dipendenti della Commissione Europea

Si tratta di una decisione "aziendale" che, in qualche modo, va a ricalcare quella che era stata presa qualche settimana fa anche negli Stati Uniti, per tutti i dipendenti del Congresso

28/02/2023 di Gianmichele Laino

Pensiamo a questo tipo di soluzione non come una sorta di vincolo che, siccome arriva dall’Europa, si estenderà automaticamente a tutti i cittadini degli Stati membri. Piuttosto, la dobbiamo immaginare come una sorta di “scelta aziendale” che, tuttavia, si applica ai dipendenti delle principali istituzioni europee: TikTok è stato bannato in UE per quei soggetti che ci lavorano, con una decisione presa dal Consiglio di gestione aziendale della Commissione europea. Si tratta di una scelta che ricalca da molto vicina quella presa, alla fine del 2022, dal Congresso degli Stati Uniti che ha ordinato ai suoi dipendenti di disinstallare l’applicazione della piattaforma da tutti i devices aziendali. Un problema che, dal piccolo funzionario fino al politico più influente, ha riguardato tutti, con conseguenze anche”esterne”, relative alla comunicazione. Ora, un discorso simile è stato fatto anche nelle istituzioni europee e non è detto che questa linea non possa estendersi anche alle varie istituzioni dei Paesi membri.

LEGGI ANCHE > TikTok rischia di essere bannato in Italia?

TikTok bannato in UE, perché la decisione è stata presa dal Consiglio di gestione aziendale

Il ban riguarda sia i dispositivi aziendali, sia i dispositivi personali di chi lavora per la Commissione e utilizza i suoi servizi di connettività o entra all’interno delle sue aree riservate. Insomma, il rischio – nemmeno troppo velato – è che, attraverso l’utilizzo di TikTok, qualcuno possa avere accesso a dati riservati della Commissione Europea, sfruttando come porta d’accesso l’app installata sui cellulari dei suoi dipendenti. Un timore che, già negli Stati Uniti, TikTok aveva considerato infondato, dal momento che la piattaforma controllata da ByteDance aveva evidenziato come i dati personali degli utenti, tranne in pochissime circostanze, non sono conservati in Cina e – in ogni caso – anche dei dati conservati nel Paese del Dragone non si può fare alcun tipo di utilizzo che non fosse funzionale allo sviluppo della piattaforma. Nessuno spionaggio, insomma: cosa che è stata evidenziata – come vedremo – a più riprese anche dalla governance di TikTok, anche a livello europeo.

La data limite per disinstallare l’app dai dispositivi è fissata al 15 marzo. Da quel momento in poi, i dipendenti inadempienti perderanno l’accesso a tutti i servizi digitali della Commissione Europea. Shou Zi Chew, amministratore di TikTok, era stato a Bruxelles a gennaio di quest’anno per cercare di dare garanzie sul rispetto del Gdpr da parte del suo team. Ma – evidentemente – la commissione europea ha ritenuto opportuno procedere lo stesso. Al momento, il ban riguarda soltanto i dipendenti della Commissione Europea, ma non è detto che una decisione analoga non venga presa anche dal Consiglio dell’Unione Europea (con conseguenza diretta anche su alcuni esponenti politici e istituzionali dei Paesi membri, visto che l’organo è formato, di volta in volta, dai ministri competenti dei vari Stati). E – a cascata – anche dalle altre istituzioni europee e da alcune istituzioni nazionali.

Il timore delle istituzioni europee, più che a rischi singoli per i dipendenti, è quello di un vasto cyberattacco che possa sfruttare TikTok come elemento d’accesso: una prospettiva che, se verificata, comprometterebbe definitivamente il rapporto con la piattaforma e non soltanto dal punto di vista istituzionale. Per questo la portata, in qualche modo, è storica: al momento, ai cittadini viene consentito di utilizzare un’app che viene ritenuta, evidentemente, poco sicura per essere utilizzata ai vertici delle istituzioni politiche europee. Ed è anche questa, nei termini, una contraddizione difficile da accettare.

Share this article
TAGS