Tik Tok nel mirino del Garante per la privacy per le poche tutele dei minori

Il Garante ha deciso di procedere formalmente e al social sono stati dati trenta giorni per fornire memorie difensive

22/12/2020 di Ilaria Roncone

Tik Tok non protegge la privacy dei minori né parla con un linguaggio adatto ai più piccoli. Il social cinese è finito nel mirino del Garante Privacy per via delle sue politiche poco attente nei riguardi della protezione dei minori. Dalla facilità con cui i ragazzini che hanno meno di 14 anni si iscrivono al linguaggio con il quale vengono loro spiegate le regole, possiamo dire che Tik Tok fa acqua da tutte le parti. Le conclusioni sono frutto di un’istruttoria avviata lo scorso marzo che «ha messo in luce infatti una serie di trattamenti di dati effettuati dal social network che appaiono non conformi al nuovo quadro normativo in materia di protezione dei dati personali», come riferisce il Garante.

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Il Garante apre un procedimento formale contro Tik Tok

Tik Tok mette a rischio la privacy dei minori secondo quanto stabilisce il Garante. Il Garante ha aperto un procedimento formale per via della scarsa attenzione alla tutela dei minori mostrata a partire dal fatto che il divieto di iscrizione al di sotto di 13 anni viene facilmente aggirato mentendo sulla data di nascita. Anche le impostazioni predefinite non rispettano la privacy dei soggetti più deboli e il linguaggio utilizzato non è adeguato. A Tik Tok sono stati dati trenta giorni «per inviare memorie difensive e chiedere eventualmente di essere sentita». In particolare per quanto riguarda il rispetto del limite di età, il Garante ha evidenziato che «TikTok conseguenza non impedisce ai più piccoli di iscriversi né verifica che vengano rispettate le norme sulla privacy italiane, le quali prevedono per l’iscrizione ai social network il consenso autorizzato dei genitori o di chi ha la responsabilità genitoriale del minore che non abbia compiuto 14 anni».

Serve un linguaggio più semplice per parlare coi piccoli

Le informazioni rese agli utenti sono poco chiare: «L’informativa rilasciata agli utenti è standardizzata e non prende in specifica considerazione la situazione dei minori, mentre sarebbe necessario creare una apposita sezione dedicata ai più piccoli, scritta con un linguaggio più semplice e con meccanismi di alert che segnalino i rischi ai quali si espongono». Viene contestato anche il tempo di conservazione dei dati, che risulta «troppo indefinito rispetto agli scopi per i quali vengono raccolti né appaiono indicate le modalità di anonimizzazione che il social network afferma di applicare».

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