Il sito anti aborto Texas Right to Life ha 24 ore per trovarsi un nuovo provider

L'hosting provider ha deciso che segnalare le donne e le persone che le aiutano ad abortire tramite un loro sito viola le regole

04/09/2021 di Ilaria Roncone

La denuncia arriva anche dalle pagine social dell’organizzazione stessa. In Texas, come ormai noto, è stata approvata una legge che rende illegale per chiunque prestare aiuto a una donna che voglia abortire dopo le sei settimane di gravidanza. Un lasso di tempo veramente breve nel corso del quale, spesso e volentieri, una donna che non cerca la gravidanza e che non gode di un ciclo regolare potrebbe non rendersi nemmeno conto di essere incinta. Tutto per la felicità di Texas Right to Life, insomma.

L’organizzazione fa i salti di gioia incoraggiando le persone – tramite un sito web dedicato – a denunciare chiunque aiuti le donne ad abortire. Si tratta di un sito per fare la spia, in sostanza, e «garantire che questi trasgressori della legge siano ritenuti responsabili delle loro azioni». Questa condotta, che viola le regole dell’hosting provider GoDaddy, ha portato all’avviso: entro 24 ore l’organizzazione deve trovarsi un’altra casa virtuale per quella particolare sezione.

 

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Texas Right to Life cacciato dal provider

«Abbiamo informato prolifewhistleblower.com che hanno 24 ore di tempo per passare ad un altro provider per aver violato i nostri termini di servizio», ha fatto sapere l’hosting provider a The Verge e al New York Times. Il dominio per la segnalazione diretta delle persone che violano la nuova legge del Texas avrebbe infranto «più disposizioni» dei termini di servizio. in particolare la sezione 5.2. Il punto è la violazione della privacy altrui e la raccolta e l’incitamento a raccogliere quelle che, a tutti gli effetti, sono «informazioni non pubbliche o che identificano altri utenti o altre persone o entità senza il loro esplicito consenso scritto».

Le proteste degli attivisti sul sito vanno avanti da giorni

Alle persone che stanno protestando per la legge che criminalizza l’aborto in Texas il sito non è andato di certo giù. Si è visto negli scorsi giorni, con la pagina letteralmente inondata di false segnalazioni – almeno una delle quali denunciava il governatore del Texas stesso, Greg Abbott – e un tiktoker è arrivato a creare uno strumento che facesse segnalazioni di massa automatiche.

Alla fine la forma di protesta che ha avuto successo è stata quella di attenzionare GoDaddy rispetto al fatto che, effettivamente, con un sito del genere il gruppo anti-aborto stava violando la policy del provider. A Texas Right to Life, nonostante le proteste social, non resta che trovarsi un nuovo dominio entro il lasso di tempo segnalato per non vedere quella insensata e inutile – come provato dal bombardamento di false segnalazioni – possibilità di caccia alle streghe svanire.

Dall’ultimo aggiornamento, però, risulta che prolifewhistleblower.com rimarrà online grazie al provider Epik, web host famoso perché fornisce i suoi servizi a siti che ospitano contenuti di estrema destra, neonazisti e estremisti di ogni genere.

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