Il rapporto dell’Onu su come i terroristi potrebbero utilizzare l’intelligenza artificiale per i loro attacchi
Nel documenti si parla di possibili eventi futuri (e futuribili) che devono spingere a una riflessione sui vari sistemi di IA
15/09/2021 di Enzo Boldi
Le nuove frontiere del terrorismo potrebbero passare anche dall’intelligenza artificiale. Lo si evince da un rapporto dell’UNICRI (Istituto interregionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia), agenzia ONU, che lancia un allarme sulle future e futuribili metodologie di attacco, utilizzando tutto ciò che le nuove tecnologie permettono e permetteranno di fare. Al momento, da questo punto di vista, non sembra esserci alcuna minaccia imminente. Ma la rapida ascesa del digitale (in tutte le sue forme e deviazioni) è un argomento da tenere, necessariamente, sotto controllo costante per tentare di prevenire alcune derive.
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Nella giornata di ieri abbiamo riportato il pensiero di Cressida Dick, commissario della polizia metropolitana di Londra, che ha sottolineato come i social media e i giganti del tech rendano difficile (se non impossibile) fermare i terroristi. Questo è il punto focale della questione anche per quel che riguarda il rapporto dell’Agenzia ONU. Se al momento, infatti, non si scorge all’orizzonte la possibilità di immediati attacchi terroristici utilizzando algoritmi (se non gli attacchi hacker, ma quello è un altro ambito di inchiesta) e Intelligenza artificiale per condurre e portare a buon fine atti di terrorismo, occorre sottolineare come sulle piattaforme sia stato quasi impossibile bloccare le opere di propaganda. E il caso talebani in Afghanistan ne è l’emblema.
Terrorismo e intelligenza artificiale, il rapporto dell’ONU
Tornando al cuore del rapporto dell’UNICRI, in futuro potrebbe verificarsi la relazione tra terrorismo e intelligenza artificiale. Al momento, secondo il quadro ricostruito dall’agenzia dell’ONU, il primo riferimento concreto (e di cui è stato già confermato l’uso) è l’utilizzo di strumenti come i droni. I terroristi, infatti, hanno già utilizzato questi mezzi per effettuare ricognizioni aeree e localizzare i punti sensibili in cui portare avanti i propri attacchi. Questo sembra essere solamente il punto iniziale di una situazione che – con l’utilizzo sempre più esteso (a livello globale) dell’Intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie – potrebbe dare spazio a una versione 3.0 del terrorismo internazionale.
Quali sono i pericoli
All’interno del rapporto ONU su terrorismo e intelligenza artificiale si parla anche di possibili fattispecie di minacce: quelle che prevedono l’uso della IA e quelle che prevedono l’abuso. Nel primo caso si fa riferimento all’utilizzo concreto di nuove tecnologie per condurre e portare a termine (massimizzando) un attacco; nel secondo, invece, il principio è quello dell’algoritmo e dell’intervento su di esso: in pratica, dunque, il principio è quello dell’attacco informatico che potrebbe modificare (rendendole fallaci, invertendo anche la loro utilità) alcuni sistemi informatici. Questi, secondo l’UNICRI è il tema del futuro, “colpa” dell’utilizzo sempre più esteso di Intelligenza artificiale.