Negli Stati Uniti nasce una task force per contrastare i ransomware

La nascita di una task force appositamente dedicata al contrasto dei ransomware dà la misura dei danni economici e sociali di questi attacchi hacker

22/04/2021 di Ilaria Roncone

Se esiste una certezza sugli attacchi hacker nell’ultimo anno è che sono sempre più numerosi e sempre più costosi in termini di danni economici e ai cittadini. In particolare, nell’ultimo anno sono aumentati gli attacchi ransomware – ovvero quei malware che limitano l’accesso a un dispositivo e che per essere rimossi domandano un riscatto -. Gli Stati Uniti ne stanno prendendo coscienza e per scongiurare una minaccia sempre più grave e sofisticata hanno deciso di formare una task force composta da agenti dell’FBI e procuratori del Dipartimento di Giustizia.

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La nuova task force ransomware in Usa

A darne notizia per primo è il WSJ . Secondo i funzionari del Dipartimento di Giustizia l’anno appena passato è stato il più costoso mai registrato per quanto riguarda gli attacchi informatici paralizzanti. Al caos mondiale dato dalla pandemia, quindi, si aggiunge quella che è una vera e propria emergenza a livello mondiale. Gli Stati Uniti sono i primi a muoversi a livello governativo in tal senso ma la verità è che i ransomware colpiscono ovunque – solo pochi giorni fa il caso del Comune di Brescia hackerato – e chiunque.

La formazione di una task force dedicata rappresenta il riconoscimento della grande minaccia che arriva dagli attacchi ransomware. Tutto questo non solo considerando i riscatti milionari che vengono richiesti ma anche il fatto che, negli Usa, sono già state prese di mira infrastrutture statali di fondamentale importanza: ospedali, servizi pubblici, reti municipali, scuole. Tutto questo, secondo quanto dichiara John Carlin, vice procuratore generale in carica, «mette a rischio la sicurezza e la salute degli americani» (di tutti i cittadini del mondo, volendo essere precisi).

«Conseguenze umane e finanziarie devastanti»

Non ha esitato a utilizzare queste parole, il vice procuratore, e i dati parlano chiaro: lo scorso anno è stato il peggiore anche in termini di richieste economiche, con una media di oltre 100.000 dollari chiesti per restituire il possesso dei dispostivi hackerati, chiedendo in alcuni casi decine di milioni di euro di riscatto (si veda l’attacco ransomware MacBook da 50 milioni di dollari).

Gli Stati Uniti si sono già mossi citando in giudizio gli autori degli hackeraggi peggiori  tra cui quello dei programmatori nordcoreani con la campagna globale di ransomware WannaCry 2.0 o quello dei russi che hanno interferito con le elezioni. L’obiettivo della task force ransomware negli Stati Uniti è quello di migliorare la capacità di fermare gli attacchi ransomware e di smascherare i responsabili arrivando a punirli. Si ambisce, inoltre, a migliorare gli accordi del pubblico con le aziende private in modo che si facciano avanti e segnalino gli attacchi subiti.

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