E venne il giorno in cui i talebani protestarono contro Facebook

Durante la conferenza stampa nelle sale del palazzo del governo afgano, il portavoce Zabihullah Mujahid ha attaccato il social network (e i suoi derivati) che non permettono la condivisione della loro propaganda

19/08/2021 di Enzo Boldi

Diritti inviolabili violati, libertà cancellate (per le donne, ma anche per gli uomini afgani). E, nonostante la storia e le testimonianze che da quasi una settimana arrivano dall’Afghanistan, c’è spazio anche per la protesta dei talebani contro Facebook. Nel corso della conferenza stampa andata in scena il 17 agosto nelle stanze del palazzo del governo afgano, il portavoce Zabihullah Mujahid si è spinto oltre il limite della decenza, parlando di libertà di espressione del pensiero che sono state negate a lui e agli altri sul social network di Mark Zuckerberg.

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Il portavoce dei talebani sostiene che i giornalisti dovrebbero chiedere a Facebook per quale motivo sia stato imposto il divieto di pubblicazione di contenuti legati alla loro propaganda sulla piattaforma social. Un discorso che non riguarda solamente la creatura di Mark Zuckerberg, ma anche tutte la altre costole (Instagram e Whatsapp, anche se la chat – per via della crittografia end-to-end delle conversazioni – non può intervenire direttamente ma solo dopo una segnalazione). Secondo Zabihullah Mujahid, dunque, Menlo Park si definisce “promotore della libertà di parola” senza meriti.

Talebani contro Facebook, la paradossale protesta del portavoce Zabihullah Mujahid

La storia, però, è ben diversa da questa assurda mozione dei talebani contro Facebook che gridano alla libertà di espressione del pensiero. La piattaforma social, come abbiamo già spiegato nei giorni scorsi, attua delle regole molto stringenti per le tutte quelle organizzazioni etichettate come “terroristiche”. «I talebani sono sanzionati come organizzazione terroristica secondo la legge degli Stati Uniti e li abbiamo banditi dai nostri servizi secondo le nostre politiche sulle organizzazioni pericolose – aveva dichiarato un portavoce di Facebook contattato dalla BBC -. Ciò significa che rimuoveremo tutti gli account gestiti da o per conto dei talebani e vieteremo l’esaltazione, il supporto e la loro rappresentanza sulla nostra piattaforma».

Sistemi di controllo e monitoraggio – come spiega anche Bufale.net – indicati anche in un’apposita pagina del blog di Facebook in cui si parla di tre livelli di contenuti considerati pericolosi.

(foto di copertina e video: da Al Jazeera)

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