Il perché del mancato intervento di Whatsapp verso account che diffondono il messaggio dei talebani in Afghanistan

L'app di messaggistica Whatsapp non può bandire i suoi utenti talebani, perché a causa della crittografia end-to-end non può leggere i loro messaggi

17/08/2021 di Giorgia Giangrande

Non appena i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan, entrando nella capitale Kabul, sono entrati anche su Whatsapp e hanno usato l’app di messaggistica per diffondere il loro messaggio e guadagnare il consenso dei cittadini locali.

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Come agisce Whatsapp sui Talebani

Secondo quanto riportato da Vice, un referente di WhatsApp ha rifiutato di rispondere a una serie di domande specifiche sul ruolo dell’app nei confronti dei talebani, che utilizzano la piattaforma per diffondere il loro messaggi. Però, ha detto che «WhatsApp rispetta la legge sulle sanzioni degli Stati Uniti, quindi se incontra persone o organizzazioni sanzionate che utilizzano l’app, prenderà provvedimenti, compreso il divieto degli account». Allora, dove sta il problema?

L’app è in grado di verificare se persone o gruppi già etichettati come pericolosi dalle autorità abbiano un account su Whatsapp e, in tal caso, può prendere provvedimenti e vietarne l’accesso. Però, non è possibile il procedimento contrario. Ovvero, Whatsapp non può individuare persone all’interno dell’app che – per determinati contenuti pericolosi – meriterebbero di essere sanzionate e segnalate alle autorità. Perché a quei contenuti e a quei messaggi l’app non può accedere.

La crittografia end-to-end di Whatsapp

Perché Whatsapp non può leggere messaggi potenzialmente pericolosi? L’app utilizza la crittografia end-to-end, cioè un sistema di comunicazione cifrata nel quale solo le persone che stanno comunicando possono leggere i messaggi. Questo spiegherebbe perché WhatsApp non ha preso provvedimenti contro alcuni account che diffondono il messaggio dei talebani in Afghanistan. E lo stesso portavoce dichiara che, essendo un servizio di messaggistica privata, nemmeno chi sta a capo del servizio può avere accesso al contenuto delle chat personali delle persone.

Il fatto che i talebani utilizzino moderne tecnologie di comunicazione non è una novità e non deve stupire. Vice ricorda che anche il regime iraniano usa Twitter e Instagram per condividere i suoi messaggi con l’Occidente. Quindi, dal punto di vista degli strumenti tecnologici, i talebani non sono diversi né dal regime iraniano né da noi che utilizziamo quotidianamente apparecchi digitali.

Anzi, in questi anni di «silenzio» hanno potuto evolvere il loro modus operandi e diventare tecnologicamente più abili di quanto si possa immaginare. Per iniziare a vederci più chiaro, quindi, potremmo cominciare a non pensarli più come figure arcaiche, ma come «comuni» mittenti di messaggi nell’app in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo.

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