Davvero è possibile “Take It Down” per la pedopornografia online?

Giornalettismo ha analizzato il nuovo tool con cui il National Center for Missing and Exploited Children USA punta a far diminuire la circolazione di materiale pedopornografico online

04/03/2023 di Redazione Giornalettismo

Come si combatte la diffusione di contenuti pedopornografici in rete? La risposta non è unica e sicuramente è complessa. Una delle ultime proposte arriva dal National Center for Missing and Exploited Children che – anche grazie a un finanziamento di Meta – ha creato “Take It Down”. Nell’approfondimento che Giornalettismo ha scelto di dedicare alla piattaforma in questa settimana abbiamo spiegato innanzitutto di che cosa si tratta, quali sono i suoi pregi e quali i suoi limiti anche considerando la legislazione e tutti quei canali in cui – per loro stessa natura – contenuti di questo tipo possono circolare indisturbati.

La pedopornografia in rete tra leggi, tecnicismi e tentativi di “Take It Down”

Il tool contro la pedopornografia funziona basandosi sul meccanismo della funzione hash, che permette – da un’immagine o da un video che si vuole rintracciare in rete – di generare una stringa che identifica quel contenuto. Così facendo, nel segnalarlo alla piattaforma, tutte le aziende che aderiscono (Meta e OnlyFans, tra le altre) possono sfruttare quella stringa di dati per capire se sulle loro piattaforme quel contenuto pedoporgnografico di cui si sta denunciando la messa in rete sia stato pubblicato.

Ci sono però una serie di limiti evidenti a partire dal fatto che il tool contro la pedopornografia non possa scandagliare la rete intera e che chat come Whatsapp e Telegram funzionino basandosi sulla crittografia end-to-end, quella che impedisce a chiunque tranne il mittente e il destinatario di leggere le comunicazioni e visionare i file che sono stati scambiati nella chat.

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