Perché la pornografia non consensuale viene diffusa in modo indisturbato su Telegram

L'ultimo rapporto di PermessoNegato ha reso noto quanto i gruppi che diffondono materiale pedopornografico e pornografia non consensuale siano diffusi. Perché proprio su Telegram?

01/03/2023 di Giordana Battisti

Il 25 novembre del 2022 PermessoNegato, una no-profit di promozione sociale che si occupa di fornire supporto tecnologico e legale alle vittime di pornografia non consensuale, ha pubblicato il suo ultimo rapporto State Of Revenge 2022 da cui è emerso che sarebbero più di 13 milioni gli utenti italiani che nei canali Telegram condividono pornografia non consensuale. L’Osservatorio Permanente di PermessoNegato ha rilevato l’esistenza di 231 tra gruppi e canali su Telegram attivi nella condivisione di pornografia non consensuale a un pubblico italiano. I gruppi esaminati raccolgono circa 13.152.000 account Telegram, il gruppo più numeroso ha più di 540mila utenti unici. Un’analisi condotta sui gruppi Telegram più numerosi ha permesso di a stimare la sovrapposizione degli utenti tra i gruppi a circa il 65%. A dicembre del 2022 il Garante per la protezione dei dati personali indicando le varie strade che si possono percorrere in caso si fosse vittime di reati connessi alla diffusione non consensuale di contenuti sessualmente espliciti ha citato anche PermessoNegato tra le associazioni che possono fornire supporto.

LEGGI ANCHE > Matteo Flora ci spiega perché stiamo sbagliando nel parlare di revenge porn

Su Telegram la pornografia non consensuale e la violenza è (quasi) incontrastata

La maggior parte dei gruppi osservati contiene richieste specifiche di contenuti pedopornografici, spesso seguite da

una corrispondenza privata tra l’utente che fa la domanda e la persona che detiene e può fornire il materiale. In altri casi i contenuti vengono diffusi direttamente attraverso il gruppo. Nel rapporto ci sono alcuni screenshoot che mostrano come vengono fatte queste richieste e come avvengono in generale le interazioni all’interno di questi gruppi. Il canale Telegram di informazione Stop Child Abuse fornito dalla piattaforma e riporta dai 25mila ai 35mila gruppi rimossi ogni mese dalla piattaforma perché utilizzati per condividere materiale pedopornografico. Il totale del mese di febbraio del 2022, secondo l’ultimo aggiornamento, è di 36.633 tra gruppi e canali rimossi. Su Telegram la diffusione di materiale pedopornografico non è l’unico problema del genere. Un’altra categoria di richieste abbastanza rilevante dal momento che esistono gruppi e canali specifici è quella riguardante la richiesta o la diffusione di video che mostrano violenze, in particolare violenze sessuali. Talvolta le persone che utilizzano questi gruppi chiedono di ricevere un certo tipo di contenuto in cambio di materiale che hanno già ottenuto da precedenti interazioni o frequentando altri gruppi e che già detengono.

Perché?

Telegram è un servizio di messaggistica istantanea che offre, oltre a quella di scambiare messaggi di testo crittografati end-to-end, diverse funzionalità: effettuare chiamate e videochiamate, scambiare messaggi vocali, videomessaggi, foto, video e altri file ed è possibile anche programmare l’orario di invio di un messaggio o fare in modo che un messaggio inviato sia eliminato automaticamente una volta visualizzato dal destinatario. Telegram garantisce a chi lo utilizza un elevato livello di privacy, soprattutto grazie alla crittografia end-to-end: si tratta di un sistema di comunicazione cifrata che fa in modo che solo le persone che stanno comunicando possano leggere i messaggi che inviano o ricevono. Questo sistema evita che terza parte, compresi gli Internet Service Provider o i gestori delle reti di telecomunicazione possano leggere i messaggi scambiati tra due persone o all’interno di un gruppo, nel caso di Telegram.

Proprio l’aspetto della tutela della privacy attira le persone che lo considerano uno strumento efficace per scopi illegali che non riguardano soltanto la diffusione di materiale pedopornografico. Tuttavia, in alcuni casi gli autori di alcuni reati commessi con il supporto di Telegram sono stati individuati dalle autorità competenti in materia e i gruppi chiusi. Le operazioni contro le persone che vendevano i Green Pass falsificati (Operazione No-Vax
Free) e contro i “gestori” di gruppi Telegram utilizzati per diffondere materiale protetto da diritto d’autore ne sono una prova. Secondo PermessoNegato «l’occhio imparziale delle Forze dell’Ordine pare, dati alla mano, meno
imparziale quando vengono intaccati interessi economici o politici, ma molto più tollerante verso la lesione dei diritti
dei soggetti fragili».

Share this article