Perché “Take It Down” è utile ma non può coprire l’intero ecosistema internet

Spiegato il funzionamento di Take It Down, quali sono i limiti - ammessi da chi lo ha creato e individuabili dopo un'analisi - del tool contro la pedopornografia online?

01/03/2023 di Ilaria Roncone

Take It Down è uno strumento che – potenzialmente – potrebbe cambiare in maniera rilevante la lotta alla condivisione e alla fruizione di materiale pedopornografico online. Take It Down è la piattaforma annunciata da NCMEC (National Center for Missing & Exploited Children, organizzazione privata e senza scopo di lucro fondata nel 1984 dal Congresso degli Stati Uniti) è supportata da Meta – che ha fornito anche un finanziamento iniziale – per questo tool che dovrebbe permettere alle persone di segnalare e rimuovere in maniera del tutto anonima (legandosi al valore hash, che abbiamo approfondito nel nostro monografico di oggi) «immagini o video di nudo, parzialmente nudo o sessualmente espliciti» di minori che sono state trovare sulle piattaforme che hanno scelto di aderire all’iniziativa. Al di là di tutto, però, occorre fare presente che esistono dei limiti Take It Down ben precisi.

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Quali sono i limiti Take It Down?

Partiamo da quello che, effettivamente, può sembrare un limite banale ma va preso in considerazione: Meta ha finanziato e aderito all’iniziativa, eppure Take It Down non potrà essere utilizzato per segnalare materiale di minorenni condiviso e visualizzato tramite Whatsapp. La ragione? Whatsapp – come Telegram – sfrutta la crittografia end-to-end. Si tratta di un sistema che impedisce a chiunque, oltre mittente e destinatario, di visualizzare quello che viene scritto e condiviso nella conversazione tra le persone.

Se, da un lato, questo sistema garantisce la protezione delle nostre comunicazioni dagli occhi indiscreti delle piattaforme, dall’altro – in un caso come quello di cui stiamo parlando oggi – è un limite evidentissimo poiché lo scambio di contenuti illegali non può essere in alcun modo individuato.

L’impossibilità di coprire l’intero ecosistema di internet

Il limite massimo di Take It Down appare, quindi, evidente: per poter scandagliare l’intero internet ogni piattaforma, sistema, sito dell’intero web dovrebbe dare disponibilità per questa iniziativa.

Ecco che, allora, questo strumento può essere definito un buon metodo parziale per combattere la pedopornografia online. Una piattaforma che, comunque, ammette e inquadra questo limite nelle sue stesse FAQ. Alla domanda «Il fatto che il valore hash della mia immagine o del mio video venga aggiunto a questo elenco garantisce che non venga trovato da nessun’altra parte online?» la risposta è precisa.

«No, anche se le piattaforme online partecipanti saranno in grado di scansionare la vostra immagine o il vostro video sui loro servizi pubblici o non criptati, questo non impedirà al contenuto di essere caricato su altri siti. È anche possibile che le piattaforme online abbiano capacità limitate di rimuovere contenuti già pubblicati in passato», si legge nella risposta. Questo vuol dire che ci sono una serie di ostacoli e impedimenti da tenere presenti e che – seppure buono, sulla carta – questo strumento prevede una serie di limiti che vanno tenuti ben presenti prima di presentarlo come una vera e propria rivoluzione.

Rimane comunque la possibilità di andare oltre, considerato che – come scritto nelle FAQ – «se trovate la vostra immagine esplicita su un’altra pagina web o su un social media, segnalatela alla CyberTipline e potremo lavorare con voi per aiutarvi a rimuoverla». Questo ulteriore step vale, però, solo a livello nazionale considerato che la CyberTipline è il «sistema di segnalazione centralizzato a livello nazionale per lo sfruttamento online dei minori» degli Stati Uniti.

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