Taglio dei Parlamentari, il Senato cerca di bloccare la riforma puntando al referendum

«Piccolo passo per il Parlamento, un grande passo per lItalia» diceva Luigi Di Maio ad ottobre quando finalmente riuscì a portare a termine l’iter per il taglio dei parlamentari. Nulla avevano valso le opposizioni, e nemmeno la caduta del governo: alla fine la riforma, che ricorda il Movimento 5 Stelle dei primi tempi più assennati, è passata. Immediatamente però era scattata l’ombra di un possibile referendum: “minaccia” che arrivava dai Radicali ma non solo. E ora, la raccolta firme è iniziata a Palazzo Madama, per iniziativa del senatore Andrea Cangini di Forza Italia.

Taglio dei Parlamentari, il Senato cerca di bloccare la riforma puntando al referendum

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«Noi pretendiamo che siano i cittadini a decidere se il taglio è giusto, proporzionato e dunque legittimo» dichiara Andrea Cangini a Il Fatto Quotidiano, parlando di un «sentimento di resipiscenza» che «alberga nel cuore dei colleghi». È il senatore di Forza Italia ad essersi messo all’opera per raccogliere le firme necessarie a richiedere un referendum sulla riforma costituzionale. Per ora sono state certificate «42 adesioni, tra cui il senatore a vita Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica» e le previsioni sono ottimistiche, poiché Cangini dice che «il traguardo di 65 non è lontano». Il senatore però ci tiene a sottolineare che «predico prudenza». La raccolta firme ha infatti 8na scadenza: il 12 gennaio. Dopo, sarà scaduta la finestra di tre mesi entro i quali la Costituzione prevede possa essere chiesto il referendum. Intanto Cangini dice di muoversi «con spirito libero e non di partito», dicendo di aver coinvolto non solo Forza Italia ma anche Italia Viva e la maggioranza di governo con il Partito Democratico. Addirittura, confessa a Il Fatto Quotidiano, avrebbe ricevuto una «spinta» anche dagli avversari dei Cinque Stelle e dal gruppo misto.

 

(Credits immagine di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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