Gino Strada commissario Covid, Sallusti: “La Calabria non è l’Afghanistan”

Il direttore del Giornale e Andrea Scanzi discutono dell'ipotesi del fondatore di Emergency, che nel frattempo chiarisce le cose via Twitter

17/11/2020 di Redazione

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La gestione dell’ipotesi Strada commissario in Calabria discussa a Otto e Mezzo

La questione Strada commissario in Calabria fa discutere anche a Otto e Mezzo, dove sul tema si sono affrontati il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, e il giornalista del Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi. Sulla vicenda, Sallusti sottolinea che Strada “non è che un uomo va bene per tutte le stagioni” per poi aggiungere che “la Calabria non è l’Afghanistan…”. Scanzi invece si concentra maggiormente sulle dinamiche più recenti, che hanno portato al tweet nel quale il fondatore di Emergency non chiude la porta al governo, ma esclude una collaborazione con Gaudio, già nell’occhio del ciclone perché sotto inchiesta per turbativa nei concorsi dell’Università di Catania. Anche per questo l’editorialista del Fatto Quotidiano definisce il possibile ruolo di Strada come consulente in Calabria, come “una sorta di contentino” chiedendosi perché “se questo governo vuole essere di rottura perché non ha puntato su di lui?”.

Strada commissario in Calabria ma anche il ruolo del governo nell’emergenza

L’ipotesi di Gino Strada commissario in Calabria non chiude però il dibattito sull’emergenza Covid in Italia a Otto e Mezzo. E così, si torna a parlare anche della situazione in Campania e dello scontro tra il governatore De Luca e il premier Conte, con Sallusti che ammette di preferire quest’ultimo perché “De Luca mi ha dato l’impressione di seguire più il consenso che una strategia” e conferma la disponibilità di Forza Italia ad aiutare il governo spiegando che il partito di Berlusconi è “disponibile ad affrontare i temi emergenziali”. Un discorso che arriva fino alle polemiche per il possibile lockdown a Natale, con Scanzi che ribatte alla critiche che il cenone di Natale non è la priorità, e che i medici o il governo non si divertono a dire “fate le cene solo in 6”, chiudendo con la domanda che si fanno un po’ tutti: “Ma voi pensate veramente che il 24/25 dicembre noi stiamo tutti bene?”.

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