Gino Strada dà una lezione ai «commentatori» che gli mettono fretta per accettare di fare il commissario in Calabria

Il medico di Emergency spiega perché non ha accettato l'incarico

16/11/2020 di Gianmichele Laino

La prima spallata è per il governo, che prima cerca candidati per le sue nomine e poi non fornisce loro le giuste indicazioni richieste. La seconda spallata è per tutti quei commentatori, inclusi i principali quotidiani, che hanno accusato il fondatore di Emergency di tentennare di fronte alla possibile nomina a commissario della Sanità in Calabria, dopo lo scandalo mediatico che ha travolto la regione in quel settore. Ecco perché, nel tardo pomeriggio del 15 novembre, Gino Strada ha scritto un lungo post su Facebook per spiegare la sua posizione e chiarirla una volta per tutte.

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Gino Strada, la lettera aperta sulla sua situazione

Innanzitutto, Gino Strada chiarisce sui tempi. Il governo gli ha chiesto di occuparsi della sanità calabrese una settimana fa, subito dopo gli interventi di Cotticelli alla trasmissione Titolo V (il precedente commissario calabrese aveva avuto difficoltà a parlare del piano Covid per la sua regione, cosa di cui si sarebbe dovuto occupare) e subito dopo il video del suo sostituto, Zuccatelli, sull’utilità delle mascherine.

Da allora, però, il fondatore di Emergency – al centro anche di una campagna di delegittimazione da parte dell’attuale amministrazione calabrese, guidata pro tempore dall’ex assessore alla Cultura Spirlì, in quota Lega – non ha ricevuto alcuna indicazione da parte del governo sui confini della sua missione.

«Ho chiesto chiarimenti – ha detto Gino Strada – sul mandato e sulle modalità di lavoro, ponendo una condizione fondamentale: non sono disponibile a fare il candidato di facciata né a rappresentare una parte politica, ma metterei a disposizione la mia esperienza solo se ci fossero la volontà e le premesse per un reale cambiamento».

Gino Strada e la bordata ai ‘commentatori’

Tuttavia, Gino Strada ha sentito dire – negli ultimi giorni – che avrebbe dovuto sciogliere la sua riserva, visti i tempi che oramai erano trascorsi dalla proposta. Ma come avrebbe potuto farlo senza le dovute assicurazioni sul suo ruolo fattivo? E infatti, la seconda bordata arriva proprio per i giornali e gli editorialisti: Non sono in questa condizione perché dopo quei primi colloqui non mi è stata fatta alcuna proposta formale. Non voglio però neanche alimentare l’equivoco di una mia indecisione: da medico, ritengo che in un momento di grave emergenza sanitaria per il nostro Paese, tutti debbano dare una mano e con questo spirito avevo messo a disposizione il lavoro mio e di Emergency che già opera da 15 anni in molte regioni italiane, Calabria inclusa».

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