Gino Strada dice che non riusciamo a concepire ancora un mondo senza guerra

Ieri sera a Proaganda Live è intervenuto Gino Strada, all’anagrafe Luigi Strada, per parlare dell’attuale situazione di tensione internazionale e dei rischi che stiamo correndo. Il medico e attivista 71enne, fondatore insieme alla moglie Teresa Sarti dell’ONG italiana Emergency, ha espresso preoccupazione per come vanno le cose non nascondendo una certa delusione – nonostante sia ancora disposto a illudersi – su ciò che il mondo è attualmente rispetto a quello che pensava sarebbe stato quando aveva 20 anni.

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Gino Strada: «Non riusciamo ancora a concepire un mondo senza guerra»

Abbiamo fatto progressi incredibili in tanti campi, capaci di produrre cose straordinarie, ma ancora «non siamo capaci di fare una riflessione che è in parte morale, in parte etica e in parte logica: ammazzarci tra di noi è un atto di omicidio-suicidio che non ci porta da nessuna parte e lo stiamo vedendo da decenni». Il filantropo ha espresso preoccupazione in merito al fatto che ci siano persone che la pensano così, specialmente se tra queste c’è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Arriva di conseguenza il riferimento al voto alla camera che, negli Usa, ha limitato i poteri del presidente in caso di guerra. Quello stesso presidente la cui sanità mentale è messa in dubbio gli psicologi americani: «A noi cittadini chi ci garantisce, a un certo punto, di non essere governati da uno squilibrato?».

«Nessuno dovrebbe avere il diritto di decidere sulla guerra a nome dei cittadini»


«I cittadini vengono consultati rispetto alla legge sulla caccia ma non sulla caccia all’uomo». La riflessione che Gino Strada fa è talmente banale da sembrare quasi scontata ma, in fin dei conti, nessuno ci pensa mai realmente: «La guerra piace solo a chi non la conosce». E aggiunge che nessun governo dovrebbe essere delegato, a prescindere dal colore, di prendere una decisione del genere a nome dei cittadini, che non vengono nemmeno consultati in merito. «Se i cittadini venissero consultati sulla guerra sarebbero tutti contrari», ha concluso.

«La guerra piace solo a chi non la conosce»

«Non ho mai visto una persona che abbia conosciuto la guerra, sperimentata su di sè, sugli amici, sulla famiglia e sulle cose, che apprezzi la guerra», ha detto Strada. «Il problema è che la guerra è ancora la prima risposta nel bagaglio dei potenti, dei politici, dei governanti, di chi ha la borsa del denaro in mano. E questo è drammatico poiché abbiamo già visto nella storia come una guerra iniziata come locale, regionale poi può diventare una guerra globale. Abbiamo visto nella storia come una guerra iniziata con armi convenzioni può finire con la bomba atomica. Ancora sono sorpreso che ci sia questa accettazione della guerra come inevitabile»

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