La denuncia degli attivisti italiani contro Pornhub: «Usa dati sensibili sull’orientamento e le preferenze sessuali»

I dati degli utenti sulla piattaforma sono stati impiegati per tracciarli, senza fornire delle spiegazioni chiare sulle policy della piattaforma. Tra le varie finalità del trattamento dei dati, anche proporre contenuti in linea con le preferenze sessuali degli utenti in questione

12/07/2023 di Gianmichele Laino

Era il 29 giugno quando il gruppo di attivisti #StopDataPorn ha presentato un esposto contro PornHub di fronte al Garante della Privacy italiano. L’iniziativa, come abbiamo descritto nel precedente articolo di questo monografico, è stata utile all’autorità italiana per presentare una richiesta di chiarimenti alla grande piattaforma dove vengono condivisi video dal contenuto sessualmente esplicito rispetto alle modalità con cui l’azienda, che ha la sua sede legale a Cipro ma che ha la sua base originaria in Canada, in che modo tratta i dati personali degli utenti.

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StopDataPorn e la protesta degli attivisti italiani contro PornHub

Abbiamo visto, dunque, che il Garante ha dato 20 giorni a PornHub per rispondere alle sue richieste di chiarimento. Ma quali sono i presupposti su cui si è basata la lettera dell’autorità italiana? Si trovano nei punti evidenziati dall’esposto di StopDataPorn datato 29 giugno. Innanzitutto, non è esplicito il modo con cui PornHub chiede il consenso per l’elaborazione dei dati personali degli utenti che visualizzano i contenuti sulla sua piattaforma. Soprattutto per quanto riguarda – ed è impossibile non rilevarlo, visto la natura della piattaforma – quei dati che possono suggerire indicazioni sull’orientamento e sulle preferenze sessuali degli utenti stessi. Gli attivisti di StopDataPorn hanno evidenziato che i tracker che sono stati disseminati lungo la piattaforma sono praticamente impossibili da essere notati per un utente che non sia particolarmente esperto.

Il problema, poi, riguarda anche la condivisione di questi dati personali: non è chiaro quante e quali siano le terze parti coinvolte all’interno di questo schema di sharing dei dati personali raccolti da PornHub e dalla sua società madre, MindGeek. Infine, c’è la questione dell’educazione dell’algoritmo. I dati sulle preferenze sessuali vengono utilizzati da PornHub per offrire agli utenti dei contenuti più in linea con la propria esperienza di navigazione sulla piattaforma. Ma a decidere quali contenuti debbano essere suggeriti è – come avviene per ogni social network – la piattaforma stessa, senza concedere all’utente un diritto di replica rispetto alla veridicità di questa conclusione. Vista l’ipersensibilità dei dati personali che vengono in questo modo utilizzati e processati, gli attivisti ritengono che si tratti di una profilazione illecita.

I presupposti accademici degli attivisti che si stanno battendo contro PornHub

I risultati degli studi degli attivisti che hanno portato poi all’azione e alla segnalazione presso il Garante della Privacy sono stati pubblicati in questo articolo – The platformization of gender and sexual identities: an algorithmic analysis of PornHub –  che ha dato il via a tutte le iniziative intraprese dal gruppo di StopDataPorn. Oltre alla vertenza di fronte al Garante italiano, infatti, sin da marzo del 2022, gli attivisti sono impegnati in una battaglia legale a Cipro, dove è stato presentato un reclamo ufficiale davanti all’Ufficio nazionale del Commissario per la protezione dei dati personali.

Gli attivisti hanno raccolto dati per 1600 varianti delle home page di Pornhub, nonché dati per 25.000 video suggeriti a 10 account con diverse identità di genere autodichiarate. «Pornhub – si spiega nello studio – segmenta, distribuisce e gestisce i contenuti in base alla profilazione dei propri utenti, seguendo sempre più le logiche della platformization dei contenuti. I risultati indicano come i suggerimenti algoritmici di Pornhub e la struttura della piattaforma concorrano a reiterare una prospettiva eteronormativa sul desiderio sessuale, la sessualità e le identità di genere». L’active team di StopDataPorn, formato da Giulia Corona, Alessandro Polidoro e Salvatore Romano, ora, è in attesa dei riscontri da parte delle varie autorità a cui ha fatto appello.

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