Giorgia Meloni sulle statue di Cristoforo Colombo, abbattute dall’«odio cieco della sinistra» con «prepotenze degne dell’ISIS»

Giorgia Meloni, che prima d’ora non si era espressa sulla questione delle statue abbattute in giro per il mondo come protesta contro la celebrazione di personaggi storici razzisti e colonialisti, parla oggi di Cristoforo colombo. Cristoforo Colombo che, a quanto pare, è un fratello d’Italia. Se le statua vandalizzata di Churchill o quelle rimosse di Leopoldo II non ne valevano la pena, quella dell’italiano che ha scoperto le Americhe deve essere difesa dall’«odio cieco della sinistra».

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Meloni e l’«odio cieco forgiato dall’ignoranza» contro Cristoforo colombo


Si tratta di «odio cieco della sinistra forgiato dall’ignoranza», secondo Giorgia Meloni. Il post che ha condiviso commenta l’abbattimento di una statua del conquistatore genovese a St. Paul, Minnesota. Il commento è palesemente strumentale, con uno scopo politico, arrivando a mettere sullo stesso piano la sinistra e l’ISIS, non spiegando assolutamente nulla di tutto quello che sta dietro le ragioni di chi – non certo la sinistra italiana – sta abbattendo le statue di Colombo e non solo in giro per il mondo. Una strumentalizzazione politica utile solo per alimentare tifoserie da stadio e che nulla chiarisce di questa situazione complessa.

Perché è sbagliato semplificare quanto accade

Le statue di Cristoforo Colombo vengono abbattute in questo momento storico da coloro che protestano contro la morte di George Floyd in un movimento che sta raggiungendo proporzioni epocali e che si rivolta contro la storia. Dai cataloghi in streaming che eliminano Via col Vento perché qualificato come razzista alle azioni di abbattimento delle statue di personaggi storici controversi e che hanno lasciato eredità analizzabili da punti di vista diversi è indice della grandezza di quanto sta succedendo. Una tale mole di informazioni e accadimenti non può e non deve essere oggetto di semplificazione da parte della politica, il cui solo scopo sarebbe quello di ridurre tutto al solito scontro “noi” contro “loro”, pretendendo così di stabilire cosa sia giusto e cosa non lo sia.

 

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