Stati Uniti e Europa: il rischio di stagflazione esiste davvero?

L'analisi macroeconomica rispetto a un tema di cui si sta parlando sempre più spesso, soprattutto nell'ultimo periodo storico

31/05/2022 di Redazione

In questi giorni si sente spesso parlare di inflazione e stagflazione come conseguenze più o meno dirette della crisi economica affiancata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.

L’inflazione, che ben sappiamo cos’è, pare sia arrivata in questi giorni ai suoi massimi storici negli Stati Uniti d’America, ma anche i paesi dell’Unione Europea stanno registrando numeri preoccupanti. In tutto questo è lecito domandarsi, come fanno molti economisti, se il rischio di stagflazione sia concreto e inevitabile e se ci siano dei modi per evitarlo.

La stagflazione e gli anni ’70

Partiamo dall’inizio e diamo risposta a una domanda che molti si pongono: cosa significa stagflazione? Il termine, nato alla fine degli anni Settanta, fonde due fenomeni che, presentatisi congiuntamente, causarono la crisi economica di quegli anni: la stagnazione e l’inflazione. Un’economia immobile, associata a un aumento dei prezzi generalizzato, darebbe dunque la stagflazione.

Ma cosa avvenne negli anni ’70? Quale fu l’elemento che causò la grave crisi economica che colpì i paesi avanzati? Secondo gli economisti, le cause alla base della stagflazione possono essere due: un aumento rapido del prezzo di un bene e delle politiche governative errate che, anziché migliorare la situazione, la danneggiano ulteriormente.

Negli anni Settanta si verificò effettivamente un aumento del 70% del prezzo del petrolio causato da una ritorsione voluta dall’OPEC ai danni dei Paesi occidentali che sostennero Israele nel corso della guerra del Kippur.

Per quanto riguarda la seconda teoria, possiamo notare come, per contrastare la stagflazione, i governi, seguendo i dettami delle teorie di Keynes, lavorarono su politiche economiche espansionistiche le quali avrebbero dovuto diminuire la disoccupazione; al contrario, a causa del monopolio crescente, ne derivò un aumento dei prezzi che intensificò la crisi.

Inflazione negli Stati Uniti e rischio stagflazione: cosa sta succedendo

Veniamo ora ai giorni nostri e iniziamo con il valutare la situazione degli USA. È di queste ore la notizia di una caduta libera di Wall Street causato dal timore di una stagflazione. Dopo una breve ripresa, dovuta al rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base avvenuta mercoledì per opera della Federal Reserve, la borsa americana torna a tremare per la doppia presenza dell’inflazione abbinato a un rallentamento dell’economia che, secondo le previsioni, potrebbe mettere in seria difficoltà la Banca Centrale.

Anche l’Europa a rischio stagflazione

Non solo Gli Stati Uniti d’America, ma anche quelli dell’Unione Europea sono in questi giorni sotto pressione, seppure le cadute in borsa siano meno evidenti. La BOE la banca centrale britannica, ha messo le mani avanti, aumentando a sua volta il tasso di interesse del 0,25%, corrispondente a 25 punti base, e riducendo così il crollo della borsa. Allo stesso tempo ha avvisato di un possibile ulteriore aumento dell’inflazione che, secondo le stime dei suoi economisti, potrebbe superare, seppure di poco, il 10% nel quarto trimestre di quest’anno.

Cosa dobbiamo aspettarci in Italia

Se paragonata ad altri Paesi forti dell’Unione, l’Italia presenta un tasso di inflazione più elevato associato a una crescita molto bassa, fattori che, come abbiamo visto, dovrebbe far temere ancora di più l’arrivo della stagflazione. In realtà, a salvarci, come ci fa sapere un attento report pubblicato da Scope Rating, potrebbero essere i fondi erogati dall’Unione Europea, sempre che riescano ad arrivare nelle casse dello Stato nei tempi giusti.

Secondo quanto riporta il report, il nostro Paese, già pressato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, subirà pesantemente i danni causati da un eventuale embargo al gas Russo, nonché dalle sanzioni imposte a questo Paese; tali danni potrebbero inoltre durare per lungo tempo.

Ciononostante, grazie ai fondi del programma NextGenerationEU, i quali dovrebbero ammontare a circa 70 miliardi di euro, il nostro Paese potrebbe riuscire a salvarsi dalla stagflazione, la quale sarebbe invece l’esito inevitabile dell’attuale situazione

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