Chicago Med 3×07 – Recensione: Certe volte, bisogna solo lasciar andare

Il settimo episodio di Chicago Med 3 ci porta a conoscere una parte del passato di Ethan Choi attraverso la storia di una paziente e del suo bambino. Intanto, Sarah e il Dr. Charles tornano a sorridere. 

Un nuovo episodio di Chicago Med, nuovi casi e nuove storie che portano il Dr. Choi a parlare del suo passato e la Dr. Reese accanto al suo mentore. E ancora… Will e Natalie, Connor Rhodes, la consapevolezza che, in certi momenti, tutto quello che possiamo fare è lasciar andare. Questo è parte di quello che abbiamo visto nel settimo episodio di Chicago Med 3. Un episodio che porta una domanda a vagare per la testa: le persone possono cambiare? Le parole di Maggie arrivano alla Goodwin, ma si legano a quel passato che Ethan ha tenuto nascosto, a quella madre che potrebbe lottare per riavere il suo bambino, e ad un ex marito che lascia andare la donna che ama.

Sarah Reese accanto al Dr. Charles nel nuovo episodio di Chicago Med 3

Questo nuovo episodio della terza stagione di Chicago Med, ci riporta accanto al Dr. Charles e Sarah Reese. La dottoressa è pronta a lavorare su sé stessa dopo quanto accaduto. E’ pronta a farsi aiutare, ma non ha bisogno di un nuovo mentore. Non ha bisogno di una nuova dottoressa che le insegni tutto ciò che desidera imparare dal Dr. Charles. Così ci prova Sarah. Con una dolcezza disarmante, la dottoressa Reese torna da Daniel Charles con il solo intento di continuare a lavorare con lui. Ma il Dr. Charles è preoccupato: e se fosse sua la colpa del crollo emotivo di Sarah? Ma la verità è un’altra. Hanno stretto un rapporto così intenso che la paura di perdere quella figura paterna, ha bloccato Sarah per lungo tempo. Proprio come ora, quello stesso affetto, blocca Daniel Charles.
Ma allontanarla a cosa sarebbe servito? E così il Dr. Charles, questo grande personaggio che continua a tenerci legati allo schermo, torna dalla sua studentessa. Lei vuole diventare come il suo mentore, lui le resterà accanto per insegnarle tutto ciò che sa. Eccola quella famiglia che appare e senza la quale, mi ripeto, Chicago Med non avrebbe ragione di esistere.