Chicago Fire 6×11 – Recensione: I cliffhanger di Dick Wolf
05/02/2018 di Redazione

L’ultimo episodio di Chicago Fire 6 è andato in onda. Dovremo attendere due mesi prima di poter rivedere Kelly Severide e Matt Casey… Ma li rivedremo?

Kelly Severide e Matt Casey nel nuovo episodio di Chicago Fire 6
La famiglia. Questo è ciò che torna in questo nuovo episodio di Chicago Fire. Il capitano Matt Casey ha sbagliato. Pur prendendo la decisione che, in quel momento, gli sembrava più giusta, non ha riconosciuto l’errore e, cosa ancora più grave, non si è fidato del suo amico, della sua famiglia. Di quella persona che, dopo Gabby, gli guarderà sempre le spalle. Ma la famiglia è così. Si litiga, ci si scontra, ci si ritrova. Chicago Fire continua a ricordarcelo in ogni episodio.
Una chiamata che si sarebbe dovuta concludere in modo diverso. Quell’uomo sarebbe dovuto tornare a casa da sua moglie. Dalla sua famiglia, dai colleghi e gli amici a cui ha dato tanto. Ma una decisione presa in una frazione di secondo cambia tutto. Matt deve affrontare la morte di un uomo che, forse, avrebbe potuto salvare.
E così Grissom non aspetta due secondi prima di attaccare la preda. Cerca con ogni mezzo di mettere i due uomini di Wallace Boden l’uno contro l’altro. Ma “non sono io il tuo uomo”. No, Kelly Severide non è quel tipo d’uomo. E non lo è nemmeno Matt Casey. Rispetto per la divisa che indossano, per le vite che cercano di salvare ogni giorno. Per quell’uomo che non è potuto tornare da sua moglie.
La rabbia di Matt nell’undicesimo episodio di Chicago Fire 6
Ma la rabbia di Matt, forse più con sé stesso che con Severide, acceca la vista. Casey non vede più la sua famiglia davanti a sé. Vede solo un tenente della sua caserma che non ha rispettato la “catena di comando”. “Io non sono così, dovresti saperlo”. La rabbia nei confronti di Matt, che sta imparando a gestire il suo nuovo ruolo da capitano, svanisce nel momento in cui vediamo il suo sguardo quando arrivano gli amici della guardia carceraria che non ce l’ha fatta. Matt decide di andare alla veglia. Non c’è più rabbia, solo dolore.