La mobilitazione social dei 23 mila medici abilitati non ancora in servizio: «Fateci dare il nostro supporto per l’emergenza»

Abbiamo parlato con una dei medici abilitati pronta a scendere in campo per rafforzare il personale sanitario in tempi di pandemia

04/12/2020 di Ilaria Roncone

«Sono uno dei 23 mila medici pronto a rafforzare i reparti durante un’emergenza che sta devastando il nostro personale sanitario». Inizia così l’appello che si sta diffondendo a macchia d’olio in rete grazie all’opera dei coordinatori di questi 23 mila camici grigi – medici che non riescono a lavorare perché manca loro la possibilità di rientrare in un canale formativo post-laurea – e non solo che hanno deciso di mobilitarsi in massa in rete spammando il messaggio in gruppi, nei commenti dei post e inviandolo in privato a testate giornalistiche, influencer e anche a Burioni, che si è già mobilitato.

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La “protesta silenziosa” di massa degli medici abilitati in rete

Abbiamo contattato G.C., una dei 23 mila medici che si è definita un «ingranaggio di questo meccanismo pensato dai coordinatori dei nostri gruppi Telegram, Facebook e Whatsapp». La giovane ha spiegato a Giornalettismo che «le voci più popolari sui nostri gruppi hanno deciso di intraprendere questa “protesta silenziosa” sui social, essendo impossibilitati a scendere in piazze, per raggiungere più persone possibili». L’idea di contattare in massa le persone che in rete hanno più possibilità di raggiungere un’audience vasta c’era già da un po’: «Ci pensavamo già da un po’ di tempo, l’abbiamo concretizzata ieri dopo l’ultimo rinvio fatto dal Miur su Universitaly (portale dove gli studenti ricevono tutti i messaggi relativi alle procedure di immatricolazione e alle graduatorie n.d.r.)». Rinvio che solo nella tarda serata di ieri è stato comunicato sul sito del Miur, con la prossima udienza collegiale per l’assegnazione degli specializzandi alle loro sedi sulla base dei risultati del concorso fissata per il 15 dicembre.

«Siamo in un limbo, dobbiamo prepararci per essere operativi»

G. nomina alcune tra le testate e gli influencer contattati: «Abbiamo scritto a Burioni – che ha risposto, Dario Bressanini, Chiara Ferragni, Selvaggia Lucarelli, Il Signor Distruggere». Anche le principali e più grandi testate italiane sono state contattate in cerca di visibilità per la causa. «Burioni, che ha ricevuto da parte nostra migliaia di mail, ci ha appoggiati definendo la situazione “inverosimile” e condividendo il nostro post tramite l’hashtag che abbiamo lanciato #sbloccatessm2020».

«Siamo 23 mila e siamo bloccati, siamo camici grigi e possiamo lavorare nelle RSA, nelle scuole come medici della scuola, nei laboratori analisi, nei drive in ma non abbiamo accesso alla specializzazione. Molti di questi lavori che ho citato non sono compatibili con l’immatricolazione, quindi per noi è fondamentale capire quando e dove dobbiamo prendere servizio per la specializzazione per dare preavviso nei posti in cui lavoriamo in questo momento e per trasferirci in una nuova città con tutte le difficoltà che comportano gli spostamenti in questo momento di pandemia».

protesta specializzandi

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