Sospesi gli abbonamenti a ChatGPT plus, reale esigenza o mossa di marketing?

Lo ha comunicato Sam Altman, confessando che lo sviluppo incredibile di ChatGPT ha superato le capacità tecnologiche dell'azienda made in OpenAI

16/11/2023 di Gianmichele Laino

Riassunto delle puntate precedenti. Parliamo innanzitutto di ChatGPT Plus. Lanciata a febbraio del 2023, è la versione a pagamento dello strumento di intelligenza artificiale di OpenAI. La versione da 20 dollari (circa 18 euro) consente agli utenti di avere accesso prioritario al sistema – anche in momenti di grande concentrazione di traffico e, quindi, di rallentamento del servizio -, di sperimentare per primi le novità di ChatGPT (tra cui quella di sfruttare anche informazioni legate all’attualità e non solo agli archivi storici), di sfruttare una maggiore rapidità nelle interazioni tra l’utente abbonato e il bot che dà le risposte alle sue richieste, di utilizzare l’ultimo ritrovato in tema di generazione di immagini (modello Dall-E 3). A quanto pare, il successo di ChatGPT è stato talmente clamoroso – almeno questa è la percezione che si ha rispetto allo sfruttamento dello strumento di intelligenza artificiale – da impedire a tutti di poter avere un libero accesso a ChatGPT Plus. Lo ha dichiarato proprio Sam Altman, il grande capo di Open AI.

LEGGI ANCHE > La fine dello sciopero degli sceneggiatori e attori di Hollywood e la bozza d’accordo sull’uso dell’intelligenza artificiale

Sospensione ChatGPT Plus per i nuovi abbonati: cosa sta succedendo

«Stiamo sospendendo per un po’ le nuove iscrizioni a ChatGPT Plus – ha scritto Sam Altman su Twitter/X -. L’aumento dell’utilizzo post-DevDay ha superato le nostre capacità e vogliamo assicurarci che tutti abbiano un’ottima esperienza. Puoi comunque iscriverti per ricevere una notifica all’interno dell’app quando gli abbonamenti riapriranno». Insomma, ChatGPT ha ufficialmente aperto una sorta di lista d’attesa per l’utilizzo dello strumento a pagamento. Il DevDay è stato un grande evento di OpenAI dedicato agli sviluppatori: evidentemente è stato la molla per sbloccare l’accesso allo strumento premium.

OpenAI è definitivamente una Big Tech, soprattutto dopo l’esplosione (a inizio 2023) del suo strumento di intelligenza artificiale generativa. Sembra davvero difficile che non possa aver previsto un utilizzo pervasivo dei suoi strumenti pay. Per questo, c’è il sospetto che la comunicazione di Sam Altman possa essere una semplice mossa di marketing per far aumentare l’hype intorno allo strumento di ChatGPT. Se non lo fosse, potrebbe nascondere un problema di vulnerabilità degli accessi piuttosto serio per una realtà che si candida, nei prossimi mesi, a diventare un over the top. Attualmente, ChatGPT dovrebbe sfruttare l’ecosistema cloud di Microsoft (Azure) e dovrebbe sostenere una crescita di 100 milioni di nuovi utenti a settimana (cosa che, in verità, aveva già mandato in crisi le richieste per le immagini, sensibilmente ridotte dal sistema di ChatGPT nell’ultimo periodo).

 

Share this article
TAGS