Sodano s.p.a. – Storia di un cardinale che tiene famiglia, un legionario pedofilo e un truffatore seriale

WASHINGTON PARTY – Quattro mesi dopo la fine di Maciel, e a molte migliaia di chilometri di distanza, a Washington, si celebra la serata di gala annuale del Niaf (National Italian American Foundation): anche stavolta sono pronti i premi alla carriera per gli italoamericani che si sono distinti nel paese a stelle e strisce. “Vogliamo puntare sui giovani“, dice John Salamone, il direttore esecutivo della fondazione per spiegare il premio che sta conferendo a Raffaello Follieri. A 28 anni il foggiano sta celebrando forse la serata più bella della sua vita: viene premiato per i servizi umanitari e si fa fotografare con Bill Clinton, mentre al tavolo lo aspetta la sua fidanzata, Anne Hathaway, nuova star del cinema americano dopo la parte in “Il diavolo veste Prada”. E ancora: aereo privato a disposizione, ufficio a Park Avenue, reggia all’Olympic Tower. Raffaelo sembra avere un sacco di soldi. Come li ha fatti, dice lui, non è un mistero. “Ho avuto un’idea vincente – dichiara al Sole 24 Ore – quella di concentrarmi sulle attività immobiliari della Chiesa in difficoltà per i risarcimenti sulla pedofilia e ho trovato i finanziamenti“. Ehilà, che business particolare. E chi ha messo in contatto il foggiano con le diocesi inseguite dagli avvocati delle vittime degli abusi, tra cui c’era anche qualcuno passato tra le grinfie dei Legionari?

E’ LUI O NON E’ LUI? – Proprio lui: Andrea Sodano, l’ingegner nipote del Cardinal Sodano, ormai ex segretario di Stato vaticano per decisione di Ratzinger ma ancora potentissimo diplomatico attento agli affari della Chiesa in giro per il mondo. E perché, tra i tanti possibili acquirenti, i vescovi dovrebbero scegliere Follieri? Perché una parte dei proventi generati dagli affari con beni della Chiesa va in beneficenza. Follieri ha un rapporto stretto con la Clinton Global Initiative. L’organizzazione conferma l’impegno di quest’anno per i vaccini all’Honduras, ma non un programma di carte di credito per l’acquisto scontato di medicine destinato agli americani in difficoltà, vanto di Follieri, perché vale 100 milioni di dollari. “Poi ammette – scrive sempre il Sole – che il suo contributo diretto al programma è fra i 3 e i 5 milioni di dollari”.

UN PRESIDENTE PER AMICO – Ma Follieri deve molto a Clinton. È stato l’ex Presidente a presentarlo a Ron Burkle, investitore miliardario di Los Angeles, del fondo Yucaipa, che ha avuto fiducia nel suo “modello” immobiliare. Un’inchiesta sui suoi affari del Wall Street Journal, però, dice che vi sono stati solo pochissimi acquisti, spesso in zone scartate dagli speculatori, e rileva una presa di distanza della Conferenza Nazionale dei Vescovi americani da Follieri. “Per me– replica Follieri – questo è cattivo giornalismo. Ho cominciato con il patrimonio di famiglia, poi ho costituito la Follieri Yucaipa LLC, costituita in Delaware. Ho avuto da Yucaipa 100 milioni di dollari, 70 li abbiamo già investiti in 35 operazioni, e altri 200 sono impegnati per il futuro“. Per ciò che riguarda il patrimonio di famiglia, Follieri cita la lussemburghese Effe Holding, impegnata in attività immobiliari in tutta Europa e in trading minerario in Africa. A Foggia, però, ricordano l’avvocato Pasquale Follieri, il padre di Raffaello, più come capo dell’ufficio dell’Ansa locale che come imprenditore. “Diventò – dice Raffaello – anche l’avvocato di fiducia di banche importanti, come Intesa“. Quando il giornalista gli fa notare che Banca Intesa non ha memoria di relazioni con un avvocato Follieri, se non come parte avversa in un piccolo caso, Raffaello corregge il tiro: il padre aveva aiutato la filiale della Cariplo a Foggia.

DAGLI ALTARI AGLI ALTARINI – Il cardinal Sodano, Follieri lo conosce più che bene. Ha partecipato alla festa di lancio della società nel 2004, e il Follieri Group lo scriveva chiaro e tondo nei cartoncini di prensentazione della società, che avevano “rapporti di lunga data con le gerarchie della Chiesa cattolica”. E dalla partnership Follieri-Yucaipa arrivano fior di accrediti sul conto di Andrea Sodano, il nipote ingegnere, che è indicato in alcuni atti ufficiali anche come vicepresidente del gruppo. I documenti ottenuti dall’FBI dimostrano che Follieri ha emesso fatture con effetto retroattivo per Sodano, per giustificare un flusso bimestrale di pagamenti nel 2005 che Follieri aveva già ottenuto dagli investitori: 75mila dollari il 22 agosto, per “Servizi di Ingegneria”, il 12 settembre altri 15mila per lavori a Atlantic City, NJ, e 80mila ad Orland Park, nell’arcidiocesi di Chicago, 21 ottobre, per $ 70mila in Canyon City, altri 50mila per Orland Park, e 75mila per non meglio precisate “servizi di ingegneria,” fare una rete ordinata $ 225mila in quel solo giorno. Nessuna delle fatture aveva una minuta dello specifico lavoro svolto. Nella conference call settimanale con la società di Burkle, Follieri continuava a chiedere fondi per pagare Sodano, sottolineando che il Vaticano aveva bisogno delle sue relazioni di ingegneria, per concedere l’approvazione alla vendita delle proprietà della Chiesa. Yucaipa ha pagato 800mila dollari a tal fine, e Follieri forniva le fatture con effetto retroattivo al documento di presunti pagamenti effettuati ad Andrea Sodano, scrive il National Catholic Report.

LA LETTERA DEL CARDINALE – Eppure il cardinale con Follieri deve aver sentito puzza di bruciato. Perché qualche mese prima della caduta in disgrazia di padre Maciel invia una lettera di reclamo a Follieri. “E’ mio dovere di dirle quanto sono turbato nell’apprendere che la vostra azienda continua a presentarsi come legata al Vaticano, a causa del fatto che mio nipote, Andrea, ha concordato in qualche occasione di fornirvi servizi di consulenza professionale. Non so come questo doloroso malinteso abbia potuto verificarsi, ma è necessario chiarirlo ora per evitare confusione in futuro […]. Colgo l’occasione per inviarle i miei saluti“, scrive Sodano. Follieri continua a presentarsi ai finanziatori come Chief Financial Officier del Vaticano, e quattro mesi dopo vola in Sudamerica per una ricognizione d’affari su altri immobili della Santa Sede. Nell’occasione, “regala” due assegni da 25mila e 85mila dollari a due arcivescovi. Proprio come padre Maciel. Finché non succede quella cosa che prima o poi doveva succedere. Gli investitori cominciano a chiedere conto a Follieri delle spese, e puntano il dito proprio sulle consulenze. “Possiamo vederle?”, chiedono loro. “Certo”, risponde lui, “dov’è il problema?”. Il giorno dopo, passata una nottata in ufficio con la segretaria, l’immobiliarista presenta fascicoli di due, tre, quattro pagine scritte in italiano senza schemi, disegni tecnici, planimetrie. Nulla che sembrasse scritto da un ingegnere.

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