Siete proprio sicuri che in Corea del Nord sia stato imposto il “divieto di ridere” per 11 giorni?

Molte, quasi tutte, le testate italiane hanno riportato questa notizia come vera. Ma la vicenda non è stata spiegata bene ed è stata accompagnata da titoli sensazionalistici

27/12/2021 di Enzo Boldi

Da qualche giorno circola la notizia, anche in Italia, di una “legge” molto particolare entrata in vigore in Corea del Nord dallo scorso 17 dicembre e che dovrebbe decadere nella giornata di domani, martedì 28 dicembre. Si tratta di un presunto “divieto di ridere” deciso dal Presidente Kim Jong-un in occasione del decennale della morte di suo padre Kim Jong-il, già suo predecessore alla guida del Paese. Perché stiamo utilizzando solamente condizionali e non indicativi presenti? Perché su questa vicenda – anche se molte testate nazionali e internazionali lo hanno dato per certo – non ci sono prove.

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C’è chi parla di multe per chi viene beccato a ridere in un luogo pubblico e chi, come il puntuale Libero Quotidiano, titola addirittura: «Corea del Nord, “vietato ridere per 11 giorni”. Altrimenti Kim Jong-un ti ammazza: le “ragioni” della follia». Poi una serie di altri articoli che danno per veritiera questa informazione. Ma proviamo a spiegare la genesi di questa non-notizia e perché possiamo etichettarla come informazione priva di riscontro. L’informazione, come spiegano i colleghi debunker di Butac, arriva direttamente da Radio Free Asia, una testata che ha sede a Washington (negli Stati Uniti) che non è mai delicata quando parla della situazione in Corea del Nord.

Divieto di ridere in Corea del Nord, ma siamo proprio sicuri?

Sappiamo – e questa è una verità ineludibile – che il Paese è sotto dittatura di Kim Jong-un, despota noto per avere reso inaccessibile la Nord Corea sotto tantissimi aspetti. E sono note anche alcune sue paradossali leggi che non hanno fatto altro che alzare una cortina di fumo attorno al suo Stato. Insomma, non è esattamente l’emblema della libertà e lungi da noi difendere le sue trovate che a tratti possono sembrare quasi figlie di una satira inconsapevole, ma in realtà sono figlie di un senso di onnipotenza fuori controllo.

Questa premessa era doverosa, ma ora torniamo al tema principale: quello della notizia, data da quasi tutte le testate italiane (e anche internazionali) del divieto di ridere in Corea del Nord per 11 giorni. E la risposta al tutto arriva dal giornale inglese The Guardian che, nonostante un titolo alquanto acchiappaclick – in stile molto “italiano” – all’interno del suo articolo spiega esattamente la fonte originale della notizia.

Divieto di ridere Corea del Nord The Guardian

Che tradotto significa: «Questo video è stato modificato il 21 dicembre 2021 per chiarire che i racconti secondo cui la risata è stata vietata durante il periodo del lutto si basavano su citazioni di un cittadino nordcoreano trasmesse dal servizio coreano di Radio Free Asia. Le affermazioni non sono state verificate in modo indipendente».

Fonti credibili e dove trovarle

Insomma, tutto (o quasi) il sistema mediatico italiano ha dato in pasto ai lettori e ai social (con annesse interpretazioni) la notizia del divieto di ridere per 11 giorni in Corea del Nord, senza perdere un solo istante per cercare di capire la fonte originaria della notizia. Si tratta di un singolo cittadino che avrebbe spiegato ai microfoni di una testata anti-Nord Corea la situazione che si è venuta a creare dallo scorso 17 dicembre per via di una presunta decisione presa da Kim Jong-un. Niente di più. Nessuna conferma e nessuna smentita. Ma i giornali italiani hanno dato per assodato che quella notizia fosse vera. Potrebbe esserlo, ma potrebbe anche non esserlo ed essere figlia di una narrazione esasperata. Senza dover per forza prendere le parti del despota dittatore orientale.

(foto di copertina: da IPP/imago/Xinhua)

 

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