L’AI di Google ti fa anche le sintesi di articoli lunghi, pronti all’uso in un mondo a cui l’approfondimento non serve
Questa innovazione fa il paio anche con quella proposta da Amazon, che offre una sintesi persino delle recensioni dei prodotti messi in vendita sull'e-commerce
17/08/2023 di Gianmichele Laino
Ma sì, cosa li leggiamo a fare i lunghi e approfonditi articoli che ancora qualche testata si ostina a scrivere e a proporre online, senza farseli pagare? D’altronde, la tendenza è antica: una volta bastava leggere i titoli, ora nemmeno la caption di un post carosello su Instagram. Per cercare di intercettare questa esigenza, Google – attraverso i suoi tentativi di superare a destra l’intelligenza artificiale di Open AI – ha pensato di mettere in piedi uno strumento che possa sintetizzare, per punti, gli articoli di giornale non protetti da paywall. Stiamo parlando dell’applicazione della SGE – la Search Generative Experience – alla navigazione web. L’intelligenza artificiale, in questo modo, aiuta e supporta l’utente durante la navigazione su un motore di ricerca. E, per farlo, è in grado di produrre una sintesi puntuale delle principali informazioni che sono contenute all’interno di un articolo.
LEGGI ANCHE > Il New York Times ha vietato l’utilizzo dei suoi articoli per addestrare l’intelligenza artificiale
SGE applicata alla navigazione web: Chrome fa fare all’AI una sintesi degli articoli più lunghi
Per certificare, ancora una volta, l’esigenza del mondo di bypassare l’approfondimento e di andare verso la sintesi a tutti i costi, ci arriva anche un altro indizio, quello di Amazon. Il colosso dell’e-commerce, infatti, sfrutterà l’intelligenza artificiale per proporre agli utenti una sorta di sintesi di tutte le recensioni realizzate per l’acquisto di ciascun articolo presente sul suo store online. Che è un po’ la controtendenza rispetto all’essenza stessa della recensione: se io acquisto online, infatti, ho la necessità di reperire il più ampio numero di informazioni possibile, sia sulle esperienze raccontate dagli utenti, sia sul loro rapporto con i rivenditori, sia sulle caratteristiche tecniche di un prodotto.
Eppure, Amazon sembra considerare “noiose” le recensioni degli utenti. Con la sintesi, che verrà accompagnata sempre dalla dicitura generata attraverso l’intelligenza artificiale, il colosso dell’e-commerce proverà a massimizzare le informazioni che vengono lasciate dagli utenti (e – se vogliamo essere maligni – riuscirà anche a edulcorarle dagli aspetti che ad Amazon converranno meno).
Ma questa, come detto, è una ulteriore riprova di quanto l’approfondimento viene considerato, ormai, obsoleto. Il tema di partenza dell’articolo, ovvero il supporto AI a Chrome che sintetizzerà gli articoli, ha la necessità di essere esplorato ancora in alcuni aspetti. Al momento, infatti, la funzionalità SGE applicata alla navigazione sarà disponibile soltanto sull’app di Google per Android e iOS. Nel caso in cui i test dovessero essere positivi, allora anche la versione desktop di Google Chrome sarà interessata da questa tipologia di intervento. L’interfaccia sarà molto semplice: nella parte inferiore dello schermo sarà disponibile un tasto che consentirà l’apertura a tendina dell’elenco puntato delle caratteristiche principali del testo.
Non è chiaro se questa operazione – una volta implementata su tutti i dispositivi – contribuirà all’audience del sito da cui proviene la notizia che sarà sintetizzata o se, invece, questa operazione sarà esclusa da ogni tipo di metrica (soprattutto quella legata al tempo di permanenza sulla pagina web). Sicuramente, il tempo di permanenza verrà in ogni caso intaccato: una sintesi per punti si legge in tempi molto più brevi di un articolo completo. L’ennesimo passaggio verso il concetto di estratto breve previsto dalla normativa europea sul copyright, che dovrà sicuramente essere approfondita per l’utilizzo di uno strumento del genere. Ma i colossi di Big Tech hanno sempre dimostrato, anche in queste circostanze, di trovare delle scappatoie utili ad affermare i propri modelli.