Quando è un’app di informazione a essere essa stessa notizia
Eppure, i principali mass-media - pur di non rispettare i criteri della notiziabilità - hanno scelto il silenzio sull'iniziativa della Staffetta dell'Umanità
03/05/2023 di Redazione Giornalettismo
Si preferisce concedere paginate o link a ripetizione al caso della presunta santona di Trevignano o dedicare più e più articoli al divorzio tra Ilary Blasi e Francesco Totti, ignorando – probabilmente – iniziative ed esperimenti che rispettano i criteri della notiziabilità. Un evento come la Staffetta dell’Umanità, che sta mobilitando rappresentanti su tutto il territorio italiano e che porterà – da Aosta a Lampedusa – oltre 4mila persone a marciare per un chilometro ciascuno per chiedere soltanto la pace, è un evento rilevante non solo per la sua capacità di aggregazione e per i suoi contenuti, ma anche per le modalità con cui si è affermata nel panorama mediatico italiano. Nasce tutto da un’app, la nuova app di Michele Santoro – Servizio Pubblico – che ha pochi mesi di vita e che sta già cercando di imporsi a livello di agenda.
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Servizio Pubblico, la notiziabilità di un progetto media e la scelta degli organi di informazione
Il fatto che ci sia, nel panorama dell’informazione italiano, un’applicazione editorialmente indipendente, che si basa molto su giovani volti e che sta cercando di portare un punto di vista inedito nell’ecosistema mediatico, non sembra essere stato attenzionato dai giornali mainstream o dagli spazi informativi tradizionali. Ovviamente, con qualche «lodevole eccezione», come ha ricordato Michele Santoro nell’intervista che ci ha rilasciato.
A maggior ragione, si è scelto di non puntare i riflettori sulla Staffetta dell’Umanità, l’iniziativa che partirà il 7 maggio e che è stata un vero e proprio esperimento di commistione di una realtà digitale e virtuale (la community creata intorno al progetto di Servizio Pubblico) e una realtà concreta, offline (la comunità delle persone che darà vita alla marcia per la pace). Se si eccettua la copertura di alcune agenzie di stampa e del Tg3 nella giornata del 19 aprile (giorno in cui Michele Santoro ha convocato la conferenza stampa di presentazione dell’evento), soltanto il Fatto Quotidiano ha dato spazio a un’iniziativa che ha coinvolto prestigiose firme della categoria degli intellettuali italiani, tra cui il fisico Carlo Rovelli. Eppure, quest’ultimo ha avuto uno spazio rilevante su tutti i media mainstream visto il suo discorso fatto sul palco del Primo Maggio: nessuno, nonostante ciò, ha ricordato che il suo nome figurava tra i firmatari dell’iniziativa.
Insomma, l’app indipendente e le iniziative che vengono prese dall’associazione di Servizio Pubblico servono sicuramente a rompere il muro del silenzio e della censura. E hanno anche buoni indicatori dal punto di vista della partecipazione e delle iscrizioni. Al momento sono un esperimento interessante per chi è attento a progetti che non investono su una vasta audience social (con un algoritmo di raccomandazione che, il più delle volte, penalizza i contenuti e gli argomenti che vengono affrontati) e che non fanno parte del grande calderone dei media nazionali.